Attacchiamoci al tram. L’eterna incompiuta: i primi progetti sono del 1994 L’amministrazione comunale, incalzata dalla minoranza, ha tre mesi di tempo per illustrare ufficialmente l’alternativa al filobus, che come previsto non vedrà la luce. Forse verrà sostituito da bus elettrici. Intanto a Palazzo si pensa a smantellare i cantieri

Non sorprende che neppure stavolta il filobus vedrà la lu­ce. E’ da metà anni ’90 che le giunte di Palazzo Barbieri annunciano di voler mettere le tiràche alla città, salvo poi fare dietrofront per un mo­tivo o per l’altro. Il filobus e­ra anacronistico già l’indo­ma­ni dei mondiali di calcio nostrani, le cui opere incom­piute a Verona si sono tra­scinate per oltre un decen­nio. Figuriamoci oggi. Tutti i principali centri europei han­no smantellato o stanno smantellato tale mezzo di trasposto, il cui fascino è in­negabile, ma appartiene a mez­zo secolo fa. Il filobus, a Verona, è stato ed è ancora oggi uno dei principali ar­gomenti di discussione al­l’in­terno dell’ammini­stra­zio­ne comunale. La maggio­ran­za ha sostenuto fin da subito di aver ereditato il fardello e di doverlo portare a termine nel migliore dei mo­di per non incappare in pesantissime penali. La mi­noranza ha denunciato l’i­nutilità dell’opera, e chi non era contrario riteneva di po­terla sviluppare meglio del comandante in capo. Tre an­ni di annunci, bordate, po­lemiche. Oggi la città è punto e a capo, e di certo non è stato il Covid a fer­mare l’eterna incompiuta. Il sindaco, già da settimane, ha fatto sapere che del pro­getto originale non se ne farà un bel niente e che al posto del filobus potrebbero essere importati degli auto­bus elettrici con delle mega ricariche al capolinea, un mezzo di trasporto senza fili, dunque. La città intanto è disseminata di cantieri, mol­ti fermi da tempo. Per installare i pali ai quali a­vrebbero dovuto essere col­legate le tiràche sono stati sradicati alberi e aiuole, in parte sostituiti da piante giovani, certo, ma che non saranno rigogliose prima di anni. I comitati di quartiere hanno vinto, ma è stata co­munque una vittoria di Pirro dato che i disagi ci sono sta­ti, ci sono ancora e ci saran­no ancora per un bel po’. Ora, incalzato dalla mino­ran­za, il sindaco ha tempo tre mesi per presentare uf­ficialmente il “piano b”, l’al­ternativa al progetto origina­rio. Nel frattempo la priorità è diventata quella di riem­pire d’asfalto tutte le buche sca­vate finora.

A.G.