Baroni ha il Verona nel suo destino. Alla vigilia del matche di Serie A Hellas-Lecce Il tecnico dei salentini ha vestito la amglia gialloblù per tre stagioni con Tommasi

Due ruoli distinti. Soprattutto come ambiti. Ma con tanti punti in comune. Entrambi guidano, dettano le linee, sono i principali responsabili, nel bene come nel male, delle loro squadre. Il Bentegodi che domani ospita la sfida tra il Verona e il Lecce è un crocevia di destini per due ex compagni, ruoli simili, carriere diverse. Marco Baroni, l’attuale tecnico dei salentini, ha vestito la maglia dell’Hellas per tre stagioni. Arrivato in gialloblù nell’estate del ’95 e con un bottino ragguardevole per un difensore centrale, 7 reti, contribuì alla promozione del Verona, in panchina Attilio Perotti, alla serie A. Nell’anno successivo gli scaligeri retrocessero immediatamente e l’ultimo anno di Baroni in gialloblù terminò con un Verona settimo tra i cadetti. In totale 93 presenze condite da 9 reti. Un bel bottino. Senza dimenticare l’annata 2002-203 quando Baroni allenò anche la Primavera del Verona. Un legame intenso dunque anche se Baroni è già tornato in riva all’Adige da avversario allenando il Benevento. Chi ricorda molto bene il Baroni giocatore e compagno è il primo cittadino della città di Verona, Damiano Tommasi, che con l’esperto compagno ha condiviso la sua ultima stagione in gialloblù prima di volare a Roma sponda giallorossa e diventare “anima candida” del popolo romanista. “Marco me lo ricordo molto bene – afferma il sindaco di Verona – è stato un valido compagno di squadra per un ragazzo giovane come ero io allora. Devo dire che a distanza di tempo ci tengo a ringraziarlo perchè è stato uno di quei giocatori fondamentali, un grande aiuto per la mia crescita da calciatore. In campo ti aiutava tantissimo, aveva già la stoffa dell’allenatore. Mi ricordo bene che mi ha insegnato a non fermarmi al limite dell’area ma di inserirmi per tentare di fare gol. Soprattutto di testa che era la sua dote principale e che devo dire gli invidiavo molto. Ma le sue esortazioni le ho sempre tenute ben presenti e quindi di Marco ho un bellissimo ricordo. Un ottimo giocatore, davvero un compagno di squadra prezioso che mi ha insegnato molto. Lo saluto con piacere, però, la partita la deve vincere il Verona, Marco non me ne voglia”.