“Brescia, perchè questa retromarcia?”. La riunione sul collettore del Garda Il presidente ATO Fanton: “Temiamo che questi ritardi abbiano gravi conseguenze”

“Temiamo che questa inerzia possa portare a conseguenze gravi non solo per il nostro lago, ma anche per il territorio, inteso come impatto negativo sull’economia, sul turismo e sulle attività correlate. La rottura di una condotta sarebbe un disastro ambientale, che inevitabilmente graverebbe sull’intero territorio. L’auspicio è che tutti insieme possiamo sbloccare questa situazione e portarla all’approdo dell’inizio dei lavori”. Così, il presidente Ato, Bruno Fanton, al termine dell’incontro moderato dal direttore del Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese Luciano Franchini sulla realizzazione delle opere di collettamento e la depurazione del Lago di Garda.
Presenti, i vertici di Ags (Angelo Cresco – Presidente; Carlo Alberto Voi – Direttore, Michele Cimolini, Luca Mignolli, Alberto Cordioli, Umberto Chincarini – consigliere CdA), il Comitato istituzionale dell’ATO Veronese (composto dal presidente Fanton, Stefano Bianchini – Comune di Verona, Denise Zoppi– Comune di Belfiore), gli amministratori locali della sponda veronese del Lago di Garda (MALCESINE – assessore Marcello Chincarini, BRENZONE SUL GARDA – sindaco Davide Benedetti; TORRI DEL BENACO – sindaco Stefano Nicotra; GARDA – sindaco, nonché deputato, Davide Bendinelli; BARDOLINO – sindaco Lauro Sabaini; CASTELNUOVO DEL GARDA – sindaco Giovanni Dal Cero; PESCHIERA DEL GARDA – sindaco Orietta Gaiulli con l’assessore Filippo Gavazzoni), i consiglieri regionali Marco Andreoli e Alberto Bozza, la Vice presidente della giunta regionale del Veneto Elisa De Berti, l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente, Fabio Strazzabosco – Funzionario regionale – Direttore Servizio idrico integrato e tutela delle acque), i deputati Alessia Rotta (presidente della commissione Ambiente), Vania Valbusa e Diego Zardini.
La riunione è stata convocata per definire una posizione comune nei confronti della Provincia di Brescia, la quale ha approvato una mozione che, di fatto, costituisce una ulteriore battuta d’arresto nel processo decisionale di scelta della configurazione finale per il collettamento dei reflui fognari urbani della sponda bresciana del lago di Garda. Nuova battuta d’arresto che arriva mentre, nella parte veronese, si sta mettendo in gara le opere del primo stralcio, che avverrà tra gennaio e febbraio.
“La salvaguardia ambientale del lago di Garda richiede la massima attenzione da parte di tutte le amministrazioni locali”, si legge nel documento finale sottoscritto dai partecipanti dopo l’incontro “in relazione alla necessità di garantire alle generazioni future il diritto di godere di un patrimonio ambientale il più possibile inalterato, sia in ordine agli aspetti di salute pubblica, legati all’utilizzo potabile dell’acqua del lago, sia in ordine agli aspetti di natura economica, connessi con la naturale vocazione turistica dell’industria locale”.
Gli amministratori concordano che “le procedure decisionali degli organi collegiali chiamati per legge alla pianificazione e alla realizzazione degli interventi di riqualificazione del sistema di raccolta delle acque reflue siano improntate, oltre che alla massima trasparenza, anche all’efficacia e alla tempestività dell’azione amministrativa, in quanto il tempo trascorso e i tempi necessari per la realizzazione delle opere individuate non rendano vano l’impegno fino ad oggi profuso”.

Gli amministratori esprimono una forte la preoccupazione “sulla celerità dei processi decisionali delle amministrazioni della sponda bresciana, ulteriormente rallentata dalla mozione recentemente approvata dal Consiglio Provinciale di Brescia”.