Cambiare la cultura per salvare più vite “Dobbiamo iniziare a parlare con una voce unica. Anticipo di World Restart a Heart”

Per salvare più vite bisogna dare il via un cambiamento culturale nel nostro Paese. Questo il tema ricorrente nella due giorni di Verona, il convegno della Croce Rossa Italiana con l’Italian Resuscitation Council (IRC) che anticipa il World Restart a Heart Day di mercoledì 16 ottobre, nel quale si è voluto siglare un accordo tra le parti per essere sempre più efficaci nella diffusione delle manovre salvavita. “Questo congresso è importante per una serie di motivi – ha sottolineato Andrea Scapigliati, presidente IRC – tra cui quello del coinvolgimento della Croce Rossa, della società civile e delle Istituzioni. Dobbiamo iniziare a parlare con una voce unica”. L’evento ha visto la partecipazione di grandi esperti di rilevanza nazionale e internazionale. Affrontate diverse tematiche come le nuove proposte legislative, la salvaguardia del soccorritore, la funzionalità del sistema emergenza, la storia della scienza della rianimazione, i laici e i professionisti, il presente e il futuro del settore. “Il consiglio direttivo nazionale – ha detto Massimo Nisi, consigliere nazionale della Croce Rossa – è molto soddisfatto di questo percorso nuovo con IRC. Obiettivo comune è diffondere il più possibile queste manovre alla popolazione: dobbiamo accogliere questa sfida e portarla avanti tutti insieme. La conoscenza delle manovre salvavita deve entrare a far parte del sistema Paese. È un punto di partenza e non di arrivo”. Il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, ha ricordato che “secondo i più recenti dati ISTAT sono 221.914 i decessi per malattie del sistema circolatorio, di cui 50-60 mila a causa di un arresto cardiaco”. Ecco perché serve un cambio di rotta e la Croce Rossa Italiana è pronta: “Per un vero cambiamento culturale – ha concluso Jacopo Pagani, delegato tecnico nazionale obiettivo salute CRI – ci vogliono buone idee e una massa critica che le sostenga. Dovremmo pensare a un convegno annuale dove tutti gli attori possano confrontarsi, altrimenti restiamo nel terreno di una regionalizzazione del tema. L’accordo con IRC è un primo passo”.