Il termine caregiver indica una persona che si prende cura di qualcun altro che ha bisogno di assistenza, a causa di una malattia, disabilità, anzianità o altre condizioni che ne limitano l’autonomia. Essere caregiver non è una «scelta» semplice o esplicita, molte persone si ritrovano a diventarlo per necessità, soprattutto in famiglia, altre decidono di assolvere a questa funzione, ma le difficoltà comunque non mancano. Il caregiver, è una figura poliedrica, si occupa infatti di molti aspetti: fornire supporto fisico, emotivo e pratico, come aiutare nelle attività quotidiane (igiene, alimentazione, mobilità…), somministrare farmaci o accompagnare alle visite mediche e molto altro. I caregiver, specialmente quelli che si prendono cura di persone con patologie croniche, disabilità o condizioni cliniche gravi sono a rischio, più di altre persone non insignite di tali responsabilità, di sviluppare problematiche psicologiche. Questo perché, il ruolo di caregiver, spesso comporta convivere con stress prolungato, carico emotivo, fatica fisica e mentale, isolamento, frustrazione… Inoltre, il rapporto con la persona assistita può forzatamente trasformarsi, passando da una relazione paritaria (ad esempio marito e moglie) a una di cura (un coniuge diventa il caregiver dell’altro) o comunque bilanciata creando difficoltà emotive. Molti caregiver, inoltre, devono conciliare il loro ruolo di cura, con lavoro, famiglia e altre responsabilità, aumentando il rischio di Burnout (esaurimento psicofisico). Le problematiche psicologiche più comuni tra i caregiver includono Depressione, Ansia, Disturbi del sonno e Stress cronico. Diversi, se si è un caregiver, sono i segnali a cui prestare attenzione (senso di tristezza, percezione di ansia costante, preoccupazione smisurata, irritabilità, frequenti sbalzi d’umore, sensazione di continuo affaticamento senza capacità di recupero, disturbi del sonno, perdita di interesse per attività sociali, isolamento, problemi di concentrazione, di memoria, sentirsi sopraffatti o senza speranza…etc.) al fine che non sfocino in Disturbo. Per poter essere d’aiuto è fondamentale ricordare che è essenziale non dimenticare sé stessi. Per evitare di esaurire le proprie risorse alcune indicazioni possono essere preziose. Prendersi delle pause: anche brevi momenti, ma per sè, possono aiutare molto. Cercare di delegare o chiedere aiuto, quando possibile, può fare la differenza. Cercare un supporto sociale: comunicare il proprio vissuto in gruppi di supporto per caregiver permette di condividere esperienze e allo stesso tempo aiuta a sentirsi meno soli. Mantenere uno stile di vita sano: alimentazione bilanciata, esercizio fisico e un regolare ritmo sonno-veglia sono fondamentali per il benessere mentale. Imparare semplici tecniche di rilassamento: meditazione, respirazione profonda, yoga possono aiutare a gestire lo stress e a dedicarsi un tempo e uno spazio. Porre dei confini e dei limiti, al fine di preservarsi, dall’esaurire tutte le energie. Il benessere del caregiver è fondamentale per poter aiutare e farlo bene. La pressione emotiva a cui è sottoposta questa figura non è mai banale pertanto è importante contattare un professionista nel caso ci si senta sopraffatti o si notino alcuni segnali di disagio psicologico.
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