CARIVERONA AL GALOPPO L’AVANZO 2018 SUPERA I 20 MILIONI (+18% RISPETTO AL 2017)

Il Consiglio generale della Fondazione Cariverona, con la presidenza di Alessandro Mazzucco, ha approvato all’unanimità il progetto di bilancio d’esercizio e di missione per il 2018 presentato dal direttore generale Giacomo Marino e precedentemente approvato dal cda. L’esercizio si è chiuso con un avanzo di esercizio di 20,76 milioni di euro (+18% rispetto al 2017) con una proporzionale crescita dell’avanzo disponibile per le erogazioni istituzionali. Questo risultato – precisa una nota della Fondazione – è stato possibile in ragione dei migliori risultati della gestione finanziaria (+16%) basata su ricavi stabili e ricorrenti e garantendo continuità all’azione di contenimento dei costi di funzionamento (-21%) avviata nel precedente biennio. L’attivo finanziario a valori di mercato si attesta al 31 dicembre 2018 a 1.492,3 milioni, principalmente in ragione all’andamento negativo de gli attivi del settore bancario, con una so stanziale tenuta della componente diversificata del portafoglio in fondi. Nel primo trimestre dell’esercizio corrente si registra una parziale ripresa dei valori grazie al migliore andamento del mercato. Il patrimonio netto contabile di Fondazione è di 1,724 miliardi per effetto dell’utilizzo della riserva da rivalutazioni e plusvalenze. Nel corso dell’esercizio sono state deliberate 356 erogazioni per un impegno complessivo di 51,9 milioni, con un valore medio di euro 145.795, superiore del 30% a quello del 2017, dando continuità nel biennio alla crescita della dimensione me dia degli impegni assunti (nel 2016- 2018 +57%). Per il 2018 viene rispettato l’impegno annuo di 40 milioni nell’ambito degli obiettivi fissati dal piano triennale 2017-2019, mentre diminuisce di circa 20 milioni il debito per le erogazioni ancora da liquidare. “La situazione economico finanziaria internazionale, e ancor di più quella italiana, nel 2018 è andata evolvendo in maniera negativa, con una discesa del valore di mercato di tutte le asset class di investimenti, che non ha risparmiato il titolo della nostra conferitaria, di peso significativo all’interno del nostro patrimonio” commenta Mazzucco. “Fortunata mente, ma certo non per caso – aggiunge – la componente più diversificata del portafoglio, ovvero quella in fondi Ucits, si è dimostrata molto meno volatile, grazie all’analisi preventiva di alcune operazioni attuate dalla nostra amministrazione nel corso dell’anno precedente. Si è riusciti a produrre un fondo per le erogazioni superiore al tetto di 40 milioni programmato per il triennio. Non ci illudiamo di aver soddisfatto tutti – ha concluso Mazzucco – anzi sappiamo be ne che di regola chi non si è sentito accontentato ritiene che avremmo dovuto fare di più. Non e’ così: abbiamo operato e continueremo a operare in condizioni di mercato complesse avendo ben chiari in primo luogo due aspetti fondamentali del nostro mandato: la tutela del patrimonio e della sua redditualità; le misure di sostegno agli obiettivi territoriali più rilevanti, nel modo più efficace consentito”.