Caro Conte, così non va! Zaia e Sboarina contro il DPCM Il presidente: “Il governo uccide ristoranti, bar, palestre e piscine. Fosse per me terrei i locali aperti fino a mezzanotte. Non sono un negazionista ma serviva buonsenso”. Il sindaco: “Decisioni incomprenibili: io apro la Ztl e prorogo i plateatici fino al 10 gennaio. Al lavoro per salvare i nostri mercati”

Mai prima d’ora Zaia e Sbo­arina erano stati così duri nei confronti del governo. Il tono rimasto è pacato, ma il con­tenuto è stato perentorio. Il dpcm emanato dal governo ha decretato la chiusura totale di palestre e piscine, almeno fino al 24 novembre, e fortissime limitazioni a ri­storanti e bar. Stop alla vita sociale e allo sport. I locali pubblici ne escono massa­cra­ti, perché se è vero che non è stato imposto lo stop poco ci manca. “Il tema degli assembramenti non ha nien­te a che fare coi ri­storanti” ha detto il governatore del Veneto. “Avevo chiesto di insistere di più nel con­tenimento delle aggre­ga­zio­ni all’aperto, che pre­scin­do­no dalle attività. Penso che le manifestazioni di protesta degli imprenditori debbano essere guardate con ri­spet­to. Gli imprenditori non han­no mai gettato bombe carta. Le mie critiche a que­ste scel­te del governo”, ha prose­gui­to il governatore, “non hanno una componente politica, e non sono basate nemmeno sulla sottovalutazione del virus. Sono semplicemente obiettive. Fosse stato un dpcm contro gli assem­bra­menti lo avrei firmato in bian­co, ma questo dpcm in 26 pagine si contraddice: che senso ha che un ristorante crei problemi e un museo no? E’ una scelta politica, non epidemiologica. Mi chie­do perché non ci sono i centri commerciali. Io difendo la cultura, ma non si capisce la base per la scrittura del dpcm. E non è irrilevante che tutte le Regioni, assieme, si siano schierate contro”, ha evidenziato. Capitolo scuo­la. Zaia è stato altrettanto di­retto: “Avevo pronta un’ordi­nanza in cui c’era scritto il 50% di didattica a distanza, ma oggi firmo un’ordinanza per la chiusura al 75%, non ho alternative, ma non ce l’ha nessuno dei miei colle­ghi. Lo trovo assurdo. La mia ordinanza non toccava le attività produttive, ma quelle scolastiche e la formazione professionale. Entrerà in vi­gore da dopodomani, non da domani, perché non voglio mettere nei casini le scuole”. Il sindaco di Verona è stato altrettanto deciso: “Per certi versi è incomprensibile. E’ vero che bisogna tutelare la salute dei cittadini, soprat­tutto le categorie più fragili, ma bisogna pensare anche alle realtà economiche. Pos­sia­mo fare critica, ma pos­siamo fare poco: chiudere ristoranti, bar e pub dalle 18 illogico. E’ il momento in cui lavorano di più. E’ un ma­cigno su questi settori: era sta­ta fatta la proposta di chiudere alle 23 ma non è stata ascoltata. Questo pun­to va cambiato. Io posso fare quello che posso”. E ancora: “E’ assurdo chiudere piscine e palestre: è più pericoloso un corso di danza o che i ragazzi giochino al parco tut­ti in­sieme? Sui mercati stia­mo valutando provvedimenti per evitare assembramenti. Or­mai non è più una sen­sazione: dopo 7 mesi è una certezza. Questo governo naviga a vista.
Redazione