Cattolica, tocca a Marconcini Subentra come amministratore e Dg al posto di Ferraresi

Samuele Marconcini

Movimenti al vertice di Cattolica Assicurazioni.
Carlo Ferraresi ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Consigliere e Amministratore Delegato della Società per sopraggiunti impegni professionali. Le dimissioni avranno effetto dal 1° settembre. Da quella data infatti il dottor Ferraresi assumerà infatti, a far data dal prossimo 1° settembre 2022, la carica di Group Chief Risk Officer nella Capogruppo Assicurazioni Generali S.p.A., incompatibile con la carica sino ad ora ricoperta in Cattolica. Contestualmente, cesserà anche il rapporto di lavoro dipendente, in qualità di dirigente con la qualifica di Direttore Generale, con Cattolica. Ferraresi decadrà anche da tutte le altre cariche detenute in società controllate da Cattolica. In considerazione delle dimmissioni di Ferraresi, il Cda di Cattolica ha nominato Samuele Marconcini alla carica di amministratore. La cooptazione avrà efficacia a partire dal prossimo 1° settembre, divenute efficaci le dimissioni di Ferraresi. A Marconcini, che attualmente ricopre la carica di Vice Direttore Generale e COO della Società oltre a quelle di Amministratore Delegato di Cattolica services, Presidente di Cattolica Beni Immobili e Vice Presidente di Tua Assicurazioni, saranno – sempre con efficacia dal prossimo 1° settembre 2022 – attribuite deleghe gestionali, acquisendo dunque la carica di Amministratore Delegato e Direttore Generale della Società.
Il Cda ha inoltre conferito un mandato al presidente per trattare con Ferraresi i relativi termini economici di uscita.
“Una delle nostre priorità- ha detto Samuele Marconcini, Amministratore Delegato designato di Cattolica- Assicurazionisarà portare a termine il
processo di integrazione con Generali, che è stato positivamente avviato da
tempo, ma che ha ancora importanti passi da compiere”.
Intanto Standard & Poor’s ha confermato oggi il rating di Cattolica ad A, adeguando invece l’outlook, secondo quanto previsto dai criteri dell’Agenzia, a quello del debito sovrano della Repubblica Italiana, che in data 26 luglioè stato rivisto da positive a stabile.