Catullo, gara internazionale “C’è già un fondo australiano” Proposto un investimento di 425 milioni. Azionisti divisi

“A quattro anni di distanza dalla manovra politica che ha permesso che l’aeroporto passasse di fatto sotto il controllo dei privati di Save in spregio ai più elementari principi della libera concorrenza, così come confermato da Anac, la situazione dell’aeroporto veronese rimane difficile. Ora dopo la disdetta a suo tempo dei patti parasociali a pochi giorni dalla scadenza i soci pubblici veronesi di Areogest propongono la proroga degli stessi patti parasociali”. Per il Dem Gianni Dal Moro questo fatto ha dell’incredibile. E lo ha messo nero su bianco in un lungo comunicato al termine del quale annuncia che depositerà tra breve una richiesta diu intervento da parte del Ministero. Per Dal Moro, serve una gara, perchè non c’è un’altra soluzione. “La compagine azionaria è divisa”, tuona il parlamentare del Partito Democratico, “con Save e Fondazione Cariverona sempre in conflitto, Camera di Commercio e Comune di Verona agganciate a Save, Provincia di Verona e di Trento equidistanti. L’amministrazione Sboarina rimane assente, sotto scacco della Camera di Commercio e dei suoi soci, veri sponsor politici di Save. Il mondo economico veronese attraverso le sue rappresentanze si sta caricando da anni di una responsabilità che per molti rimane incomprensibile. Quando all’aeroporto di Verona incontri un imprenditore o un comune cittadino e ti parlano dell’aereoporto -aggiunge- cercano tutti di capire le ragioni di questa situazione e poi chiedono perché la politica non interviene. È un coro unanime. Ma verrà il tempo dove molte cose verranno a galla e si capiranno meglio le ragioni di questa situazione e le responsabilità. Se non cambiano chi deve trattare con SAVE – dice Dal Moro- vedo difficile che si possa arrivare ad un accordo. Chi tratta per il territorio sono le stesse persone che hanno consegnato senza gara l’aeroporto Catullo su un piatto d’argento alla SAVE per quattro denari, raccontando la favola che nessun altro fosse interessato. Però non hanno voluto fare la gara. Tutti possono capire. Andrà a finire che si andrà avanti con mille scuse e la proroga diventerà l’unica soluzione su cui trovare un accordo invece di spingere verso un nuovo corso, atteso oramai da molti”,. Per Dal Moro c’è un’unica via d’uscita. “La gara internazionale per trovare il nuovo socio industriale- ripete dal Moro- è l’unica vera soluzione e in tal senso la Fondazione Cariverona, che dimostra da tempo grande senso di responsabilità nei confronti di Verona e dei veronesi, può essere un partner positivo importante. Ricordo che il sistema del Garda è messo malissimo in tutti i sensi : nessun investimento non solo nel periodo SAVE, ma ormai da decenni. Ormai lo scalo di Verona, e non voglio parlare di Brescia per non infierire, è considerato lo scalo più brutto del Nord Italia. Siamo drammaticamente indietro con lo sviluppo infrastrutturale e ci vuole una gara internazionale che metta in concorrenza Fondi Infra­strutturali che abbiano le necessarie risorse, qualche centinaio di milioni non qualche decina di milioni, per una visione di lungo termine. Gli interessati non mancherebbero. Basti pensare che a Verona c’è già stata una manifestazione d’interesse del Fondo Australiano First State, presentata ad alcuni soci, compreso il Comune di Verona. Ne sono a conoscenza tutti, almeno che qualcuno non si sia tenuta questa proposta nel cassetto, sarebbe molto grave. Il fondo australiano ha proposto uno sviluppo vero con una visione di medio/lungo termine, con grandi investimenti. Circa 425 milioni compreso l’acquisto del 75% della società. Investimenti effettivi circa 350 milioni. Cosa stanno aspettando?”.