C’è Pablito, il re dell’attimo fuggente E’ l’ultimo gol su azione della carriera di Paolo Rossi, Verona-Torino finì 2-1 Domani al Bentegodi (ore 12.30) l’Hellas di Juric va all’assalto dei granata

L’ultimo Pablito. L’ultimo guizzo, un lampo dei suoi. Là, sotto la curva. In quel Verona-Torino, primi di gennaio. Campo infame. Pesantissimo. Bagnoli ci aveva pensato a lungo, “…lo faccio giocare o no?”. Bagnoli sapeva, quello che Pablito poteva dargli. “Nessuno fa giocare la squadra come lui…”. Anche se non poteva allenarsi bene, “… perchè le ginocchia mi facevano impazzire”, ha sempre detto Rossi, ripensando all’ultimo anno, a quel Verona.
“Paolo, vai dentro”, gli aveva detto. “Fai quello che ti senti, poi se serve, cambiamo”. Partita dura, tirata, “cattiva”. Primo tempo senza gol, poi s’era svegliato Elkjaer. Non c’era tempo che lo tenesse, non c’era campo che lo fermasse, quando decideva di andare. Cross di Galia, inizio ripresa, lui che sbuca in mezzo all’area e devia: 1-0.
Meglio il Verona, adesso. Il Toro si sfilaccia, il Verona ha spazi che non pensava. Palla gol per Pablito, a due metri dalla porta, tocco debole, l’urlo che resta in gola. E qualche mugugno: “Ormai…”. Palla gol anche per Pacione, niente da fare.
Allora il Toro reagisce. E centra il pari, con Pileggi, dal limite. Giuliani battuto, 1-1, adesso diventa dura. Ma il Verona insiste, non si arrende, ci crede. Fino all’ultimo è forcing. Minuto 87, angolo, palla a De Agostini, cross morbido, sul secondo palo. In mezzo ai marcantoni granata, prima di Lorieri, svetta lui, Pablito. Tocco di testa, gol. L’urlo esce, stavolta. Lo abbracciano, lo bloccano, lo sommergono. Nessuno sapeva, nemmeno lui, che quello sarebbe stato uno degli ultimi guizzi di una storia infinita.