CELIACHIA IN ETÀ SCOLARE, UNA DIAGNOSI MISCONOSCIUTA Lo studio ha rivelato che su dieci bambini malati, solo tre ne sono a conoscenza. Le implicazioni di carattere sanitario

E’ giunto al termine delle indagini cliniche il progetto di screening nella popolazione di bambini in età scolare, nelle aree di Verona e Ancora, per una diagnosi precoce, attivato nel 2015  dall’Ulss, guidato da Pietro Gi­rardi, in cofinanziamento con la Fonda­zione Carivero­na. I risultati sui bambini veronesi hanno evidenziato co­me, per ogni bambino con diagnosi di celiachia nota, ve ne siano tre misconosciuti con la malattia in atto. Si tratta di uno studio pluricentrico, mai eseguito in precedenza. Sotto la direzione di Mauro Cin­quetti, direttore della Pedia­tria dell’Ospeda­le Fraca­storo e responsabile del progetto, il personale infermieristico di San Bonifacio ha effettuato l’arruolamento di 2517 alunni, effettuando prelievi di sangue capillare nei bambini dai 6 ai 10 anni dell’est veronese. I risultati sull’assetto genetico mostrano una presenza di predisposizione genetica alla celiachia superiore a quanto oggi noto in letteratura (30-40%). Gli esiti dei prelievi sono stati presentati lo scorso ottobre al congresso mondiale a Montreal e, in questi giorni a quello europeo a Praga. Questi risultati hanno evidenziato per 29 bambini una positività anticorpale antiglutine; di questi 17 hanno già avuto la certificazione per malattia celiaca, mentre per 12 bambini sono ancora in corso gli accertamenti. La stima della prevalenza risulta nel complesso 6-7 volte superiore a quella ufficialmente diagnosticata oggi in Regione, con implicazioni di carattere sanitario. Alla presentazione dello studio erano presenti anche Stefano Quaglia, Dirigente Uffi­cio Scolastico Provinciale e Gio­vanna Perdonà di Fondazione Cariverona.