Chievo, sequestrati 4 milioni. Accuse di falso in bilancio, bancarotta ed emissione di fatture false “Caso compravendite fittizie” - operazione della guardia di finanza

Terremoto in casa Chievo. Ve­dremo gli effetti. La guardia di finanza di Forlì ha eseguito un’or­dinanza del gip del tribunale romagnolo, Monica Galassi, in merito a possibili condotte il­lecite connesse alla compravendita di giovani calciatori av­venute tra la società, poi fallita, Cesena Calcio e per l’appunto il Chie­vo Verona. È stato disposto il sequestro preventivo di beni per 3,7 milioni di euro nei confronti della società della diga e del suo presidente Luca Cam­pe­delli, e di 5,3 milioni, sempre in beni, nei confronti del Cesena e società satelliti, oltre che del suo ex presidente e di altri due indagati. In totale sono 29 le per­sone indagate. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e i reati tributari di emissione e utilizzo di fatture false. Se­condo quanto emerso dalle in­dagini, «negli anni dal 2014 al 2018, il Cesena Calcio e il Chie­vo Ve­rona» precisano le fiamme gialle «hanno effettuato delle reciproche compravendite di cal­ciatori minorenni che, in realtà, si verificavano solo cartolarmente (ossia il giocatore non si trasferiva mai nella nuova so­cietà in ragione della contestuale stipula del “prestito”) e a valori del tutto sproporzionati. I giovani atleti, infatti» spiega la guardia di finanza «oltre a non venir mai utilizzati dalla società acquirente venivano addirittura “prestati” a squadre dilettantistiche. Le false plusvalenze ricostruite ammontano a quasi 30 milioni di euro e costituivano l’e­scamotage per mantenere in vita una società (il Cesena Calcio, ndr) che avrebbe dovuto richiedere l’accesso a procedure fallimentari da diversi anni e che continuava a omettere con sistematicità il versamento delle imposte trasformando tale espediente straordinario nella normalità della gestione imprenditoriale. Il debito accumulato con l’erario» continua la guardia di finanza «ammontava a oltre 40 milioni di euro. Numerose le distrazioni ricostruite e poste in essere anche dallo stesso presidente del Cesena che nel luglio 2018 continuava a farsi pagare fatture per operazioni inesistenti al solo fine di svuotare i conti della società e adottava accorgimenti per tutelare i propri beni». Il Chievo è da qualche giorno in ritiro a Terme di Comano, sulle montagne trentine, per preparare il prossimo campionato di serie B: la prima amichevole è in programma domenica pomeriggio contro la selezione locale. La notizia del maxi sequestro rischia di avere un forte impatto sull’ambiente e sull’inizio della stagione. I tifosi, dopo ciò che è già successo nella scorsa stagione, sono a dir poco pre­oc­cupati. Speriamo in bene.