“Chiudere alle 18, un’altra batosta” Paolo Ferrarese preoccupato per il mondo agricolo: "Aspettiamoci gravi conseguenze"

“La chiusura alle 18 per la ristorazione è un’ulteriore batosta che rischia di avere ripercussioni pesanti su tutta la filiera agroalimentare”. Così Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, commenta il nuovo Dpcm, che sta suscitando molta apprensione nel mondo agricolo.
“Comprendiamo la necessità di tutelare la salute pubblica, ma la stretta sulla ristorazione è pesante e le conseguenze economiche saranno inevitabili – sottolinea Ferrarese -. Tutta la filiera agroalimentare ha riportato danni ingenti a seguito del primo lockdown, dagli agriturismi che hanno perso l’80 per cento del fatturato al crollo dei prezzi del latte e della carne. A preoccuparci molto saranno le conseguenze sul mondo vitivinicolo veneto, che stava ricominciando a respirare dopo mesi di difficoltà dovuto alla chiusura di tutto il canale Horeca, all’azzeramento del turismo e alla forte riduzione degli acquisti dei consumatori locali dovuta alla crisi economica. Ricordiamo che abbiamo avuto quattro mesi di fatturato mancante, che hanno prodotto sui bilanci delle aziende un danno enorme per il nostro settore regionale, dato che il Veneto produce il 25% dei 47 milioni di ettolitri nazionali. Ora, con la chiusura alle 18 di bar e ristoranti, si profila una nuova batosta”.
Rincara Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto: “Siamo disperati perché l’Horeca è uno dei più importanti canali distributivi, soprattutto per la fascia medio-alta vitivinicola. Siamo vicini agli imprenditori della ristorazione e contrariati per queste restrizioni che danneggeranno migliaia di aziende. Sarebbe stato più sensato se fossero state adottate le stesse misure dell’Alto Adige, con i ristoranti aperti fino alle 22, che avrebbero consentito di fare un turno serale e di farci lavorare tutti. Ora torniamo in estrema sofferenza. Temiamo ripercussioni anche in prospettiva del Natale”.