Ci vuole più Fede Occhialini, costumi, tute: la Pellegrini ne ha ricavato 66 mila euro devoluti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Alzi la mano chi sarebbe di­sposto a cedere gli oggetti ai quali è più legato per de­volvere il ricavato alla lotta contro il Corona. Qual­cuno, im­magiamo, lo farebbe, che siamo un popolo ge­neroso. E però, non avendo noi nell’armadio e nei cassetti me­daglie e altri trofei, cosa po­tremmo mai mettere all’a­sta? E soprattutto: quanto ne ricaveremmo? Bruscolini. Di reliquie, invece, Federica Pell­egrini – la nuotatrice italiana più forte di sempre – ne ha centinaia, conquistate gra­zie a fatiche quotidiane, sacrifici, rinunce, tutto per l’a­more smisurato nei confronti del suo sport.  Nonostante il valore affettivo (e non solo) immenso di questi oggetti, la Divina – mostrando il suo sensibile lato umano – ha deciso di donarli per beneficienza e il ricavato, 66 mila 100 euro, l’ha devoluto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, quello più sottopressione nella lotta al Covid-19. Cinquantanove i cimeli battuti sul web: le cifre più alte sono state sborsate per la tuta del podio dei mondiali di Gwangju 2019 (5.100 euro), gli occhialini dell’oro olimpico di Pechino 2008 (4.550 euro) e il bomber indossato a Italia’s Got Talent (venduto a 3.400 euro). L’evento benefico si è svolto in streaming sul portale . La Pell­egrini ha seguito l’asta in collegamento dalla sua casa di Verona, supportata dalla presenza dello show-man Frank Matano. «Sono emozionata» ha detto «è stata una cosa complicata da fare, ma alla fine ci siamo riusciti. Spero di dare una mano concreta a Bergamo. Sarà dura separarmi dagli occhialini di Pechino» ha aggiunto. «Mentre preparavo la valigia che doveva partire con gli oggetti un po’ mi tremavano le mani, ma sapevo che lo stavo facendo per una buona causa». La nuotatrice, ospite di “Tutti Convocati” su Radio24, nelle ultime ore è tornata anche a parlare della ripresa dell’attività agonistica. «Nell’ottica della riapertura generale, lo sport deve essere considerato come un grande lavoro che serve alla nazione. Mi spiace sentir parlare solo di calcio in questi giorni. Il calcio muove tanti soldi, è vero, ma mi piacerebbe che si parlasse anche degli altri movimenti. La salute viene prima di tutto» ha proseguito la Pellegrini «ma se si ricomincia ad aprire, riapriamo almeno lo sport per i professionisti, per noi cambia tanto quando siamo fermi il sabato e la domenica, figuriamoci per un mese e mezzo». Poi, inevitabilmente, un pensiero alle Olimpiadi di Tokyo slittate all’anno prossimo: «Sono caratterialmente molto ti­gnosa, mi sono data l’obiettivo della quinta Olimpiade. Non mi preoccupano le motivazioni, ma in un anno nel nuoto cambiano tante cose, magari in un anno viene fuori una ragazzina nuova. Compirò 32 anni ad agosto» ha concluso la Divina «ho avuto tempo di prepararmi prima della decisione ufficiale del rinvio. Dipenderà molto dal mio fisico, a quest’età non si approcciano gli allenamenti come a 20 anni, ma per ora sono a bordo».

A.G.