Cioffi, questa la settimana più lunga Decisiva la trasferta di Salerno, dove la società si attende un’inversione di tendenza

MAURIZIO SETTI HELLAS VERONA

Come si dice in questi casi, i bonus sono finiti. Gabriele Cioffi è più che mai sul filo del rasoio, forse l’ultima cosa che s’aspettava, dopo la sua scelta di preferire Verona a Udine. Il calcio regala spesso paradossi incredibili. Cioffi, autore di un grande finale di stagione a Udine, accettò l’Hellas convinto di fare un “salto in alto”. E si ritrova oggi con l’Udinese seconda il classifica e l’Hellas a remare già controcorrente. Come diceva il sommo Brera, “il calcio è un mistero senza fine”.
GLI ALIBI NON GLI MANCANO. Dovere di cronaca e onestà critica impongono tuttavia una riflessione. Questo Verona è nettamente inferiore a quello di un anno fa. Non puoi cedere Barak, Simeone e Caprari e pretendere gli stessi risultati. Questo, attenzione, Setti e Marroccu devono comunque tenerlo bene a mente. Forse Cioffi s’è fatto lusingare dalle sirene veronesi e ha accettato una campagna-acquisti al ribasso. Se davvero dovesse pagare pedaggio, diciamolo in anticipo, Setti e Marroccu dovrebbero comunque battersi il petto.
MANCA UN’IDENTITA’. Fatte le doverose premesse, l’allenatore è lui, cioè Cioffi. Che deve, in pochi giorni, rimettere assieme i cocci di una squadra che non c’è più. Al netto di una cifra tecnica non esaltante, all’Hellas manca oggi un’identità precisa. L’idea di squadra. Di gruppo compatto. Manca un gioco, la scintilla che ti faccia pensare a un domani migliore. Si va per tentativi, gli stessi che il tecnico prova ad ogni partita. Lazovic di qua e di là, Tameze dentro e fuori, 3-5-2 o 3-4-2-1, Lasagna o Piccoli, cambi e ricambi. Certezze poche, dubbi infiniti.
Forse la squadra vive le sue stesse incertezze, certo non dà l’idea di avere quella rabbia, quella “cattiveria” agonistica che oggi le serve. Segno anche di unità col tecnico. Salerno, altre volte decisiva per noi, è lo spartiacque.