Confartigianato, pressing su Draghi “Servono misure urgenti, questo è un Decreto che “chiama” altri decreti. Speriamo...”

Il Decreto Sostegni Bis è legge, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, e contiene, tra gli altri, interventi urgenti finalizzati a fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di alcune materie prime da costruzione avvenuti nel primo semestre 2021.
“Da mesi Confartigianato –¬ sono le parole di Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, assieme a tutte le categorie produttive, sta lanciando allarmi assolutamente fondati, chiedendo un intervento governativo su una situazione davvero preoccupante, con prezzi mai così alti negli ultimi 20 anni, capaci di spegnere le speranze di ripresa economica delle imprese”.
“Da apprezzare che il governo si sia fatto carico di affrontare il problema – commenta il Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, ma per il momento stiamo parlando di una previsione di Decreto ministeriale che ancora non c’è e di un monitoraggio dei prezzi che, se tutto va bene, darà risultati da novembre. Un Decreto, dunque, per annunciare altri decreti, previsti in uscita da un Ministero che spesso non ha brillato per tempestività. Sono dunque queste le misure urgenti? Restiamo inoltre prudenti sulla questione delle materie prime non individuate sulle quali applicare la compensazione: finché non si conosceranno parleremo del nulla”.
Per la provincia di Verona, si stimano 9.341 imprese artigiane coinvolte nello stress da rialzo dei prezzi, il 45,1% del totale dell’artigianato, che impegnano un totale di 23.475 addetti. Tra queste, il numero più alto è quello delle Costruzioni, con 7.169 imprese (il 76,7% del totale, con 15.351 addetti); seguono: 882 aziende di fabbricazione di prodotti in metallo che impiegano 3.908 persone; 721 attività di fabbricazione di mobili con 2.267 addetti; 414 imprese del legno e dei prodotti in legno, sughero e paglia, esclusi i mobili nelle quali lavorano 1.096 addetti; 71 attività dedite alla fabbricazione di apparecchiature elettriche e non elettriche di uso domestico (393 addetti); 47 aziende di articoli in gomma e materie plastiche (264 addetti); 20 imprese della metallurgia (94 addetti); 17 impegnate nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (102 addetti).
“Le nostre imprese stanno vivendo una situazione grave e paradossale – concludono i Presidenti delle categorie artigiane maggiormente colpite: Pietro Paolo Fattori (Costruzioni), Luca Bonafini (Meccanica) e Pierluigi Zanini (Legno Arredo) –. Proprio mentre cercano di riagganciare la ripresa, devono fare i conti con materie prime carissime e introvabili, forniture negate dai grossisti, esaurimento delle scorte, tempi di consegna lunghissimi. Tutto questo, oltre a provocare un prevedibile incremento dei prezzi al consumo, rischia di compromettere la ripresa, comprimendo la creazione di valore aggiunto delle imprese manifatturiere, settore dove l’Italia è al secondo posto nell’UE con un’alta dipendenza dall’estero di energia e materie prime”.