Cosa si fa per un pugno di voti – il diario di Raffaele Tomelleri

Si ricomincia. Sono i giorni del “picco”, almeno a sentire certe previsioni. Tra oggi e giovedì dovremmo capirne di più, cominciare a vedere, se non tutto chiaro, almeno tutto un po’ meno confuso. Si naviga a vista, come sempre, tra un’ipotesi, un’indiscrezione, un numero giusto, un pensiero sbagliato. Si naviga a vista, tra pareri a volte discordi, ansie e paure assortite, in un’Italia che non ha certo finito di pregare per il nord e teme purtroppo l’esplosione del sud.

Il quadro è questo, inutile cercare di dargli colori diversi. Il quadro è questo e mai come adesso è stridente la voce che arriva da una certa politica. Quella che pensa anche ora a strumentalizzare gli eventi, quella che gioca una partita tutta sua, senza pensare agli interessi in gioco. Oggi non è questione di voti, ma questione di vita. Oggi i proclami, gli slogan, i video, le mezze minacce danno solo fastidio.

“Oh, dirà qualcuno, ma è la politica, bellezza…”. No, non è affatto la politica. Questo non è il tempo della campagna elettorale, delle accuse a buon mercato, delle interpretazioni di comodo. Oggi non guadagni voti sulla pelle della gente. Oggi è la gente che senza chiederti niente si aspetta serietà, coerenza, sensibilità. E non è questione di destra o sinistra, c’è qualcosa di molto più grande, in palio. “Verrà il tempo di rimettersi a fare battaglia” ha detto Franceschini. “Ma questo è il momento di giocare la stessa partita”. Coraggio Salvini, forza Meloni, dai Berlusconi…
Sforzatevi’, in fondo non dev’essere così difficile deporre, almeno per un po’, la maschera da “duri” che volete ad ogni costo portare. Via la maschera e, se proprio, mettete la mascherina. Anche i “vostri” probabilmente si aspettano, oggi, pensieri diversi. Arriveranno?