Di Gennaro gli disse: “Diego, che fai?” "Aveva stoppato una palla incredibile. Lui mi guardò come per dirmi: "... sai chi sono?"

Ricordando Diego Armando Maradona: Antonio Di Gennaro, quella volta,la prima di Maradona in Italia, era “l’altro 10”. “In campo ricordo la partita a Verona, era arrivato quell’anno e vincemmo 3-1. Un aneddoto abbastanza simpatico è che sul 2-1 stavano attaccando, dopo il gol di Bertoni, e uno di loro, mi pare Bagni, tirò da fuori. Lui d’istinto la stoppò di tacco, una cosa incredibile. Io gli dissi come avesse fatto, e lui era stupito. Quasi a dirmi: “Con chi credi di star parlando?”.
Lì, battendo il Napoli di Maradona, capimmo che potevamo fare qualcosa di importante. Poi anche ai Mondiali in Messico, ci siamo salutati. Pareggiammo 1-1 con l’Argentina e fu lui a segnare il pareggio con una prodezza delle sue. Lo rividi nel 2005 poi a Istanbul, quando ero ospite dell’Imperatore Terim che mi organizzò tutto per due giorni. Arrivai allo stadio con Salvatore Bagni, e lì vidi Diego che era in formissima. Mi abbracciò così forte che a ripensarci mi emoziono ancora”.
Il più grande di tutti, giusto?
“Gli accostamenti si fanno, ma sono epoche diverse. Su Pelè ricordo che quando lavoravo con Altafini, mi disse che nessuno ha mai visto cosa avesse combinato in Brasile a 17 anni. Lì mi sono fidato, ma con Diego ci ho giocato e vissuto e posso affermare che Pelè, in quella Nazionale, aveva altri grandi giocatori oltre a lui. Nell’Argentina di Maradona, con tutto il rispetto, c’era una squadra normale ed ha vinto quasi da solo. Si superò quella volta. Io lo valuto solo calcisticamente, non posso giudicare i suoi eccessi e il male che ha fatto a se stesso”.
Peccato non si sia rispettato, chissà cosa avrebbe potuto fare…
“Anche lui stesso ha detto che se non fosse stato tossicodipendente, forse, se ne sarebbe parlato in maniera diversa. Io però ne voglio parlare con gioia, la stessa che ha lasciato lui. Era un ribelle, anche per cosa aveva passato nella sua vita. Ricordo al Mondiale in Russia delle scene che, credetemi, spiegano l’uomo che si è fatto del male. Perché moralizzare ora che non c’è più? Le sue problematiche le conoscevamo già quando arrivò a Napoli, partivano dalla Spagna o forse dall’Argentina. Ma poi, chi è che non ha mai fatto cazzate?”.
Tante celebrità e icone hanno avuto problemi.
“Lui intanto ha avuto una generosità fuori dal comune, e poi voglio sottolineare il rispetto per gli avversari. Non si è mai lamentato di niente, neanche quando prendeva delle botte incredibili. Su questo era un gigante, lo apprezzavo e lo apprezzo ancora nonostante non ci sia più. E nessuno dei suoi compagni ha mai parlato male di lui. Anzi. Si è sempre speso per tutti, ricordiamolo così”.