Di nuovo Doge! Luca Zaia riconfermato a furor di popolo Vittoria annunciata del governatore leghista che trascina la coalizione oltre il 75% Sconfitta senza appello del centrosinistra e risultati oltremodo deludenti per gli altri schieramenti. La lista del presidente sopra al 50. Quella del Carroccio intorno al 14. Meloni all’8

La vittoria non è mai stata in dubbio. Semmai c’era at­tesa per capire quanto sa­rebbe stata ampia. È stato un plebiscito. Luca Zaia è stato riconfermato gover­natore del Veneto con per­centuali schiaccianti. Nel mo­­mento in cui scriviamo la coalizione di centrodestra veleggia oltre il 75%, un’e­normità. Il dato entra di di­ritto nella storia delle con­sultazioni regionali. La lista della Lega è al 15. Il cen­­tro­sinistra (tra il 16 e il 17) è rimasto schiac­ciato dallo strapotere del Doge, giunto così al terzo mandato. Lo sfidante prin­cipale, Arturo Lorenzoni, non è riuscito a guidare la compagine oltre il 20: i dati, ovviamente, sono ancora in aggiornamento, ma comun­que andrà a finire sarà un ri­sultato senza ap­pello. Se la sconfitta era scon­tata, le dimensioni stan­no già pro­vocando forti fibrillazioni tra i Democratici, la cui presa sul territorio, co­sì dicono i numeri, è diven­tata del tutto marginale. Il primo a parlare è stato il de­putato pado­va­no Dem Alessandro Zan: “Questa è una scon­fitta pesante. Il centro­sini­stra si deve in­terrogare sul pros­simo pro­gramma per il Ve­neto. Cer­to, il Covid ha fatto sì che Zaia fosse pro­ta­gonista as­so­luto, con la campagna elettorale gestita in modo impari, ma nel pros­simo futuro sarà im­portante che il centrosinistra rinnovi la classe dirigente”. Il centro­sinistra, ultima­men­te, ha criticato in modo netto l’ope­rato di Zaia so­prattutto sul fronte Covid, contrap­ponen­dogli il lavoro del virologo Andrea Cri­santi, ma i ve­ne­ti si sono schierati in mas­sa dalla parte del pre­sidente di Re­gione. Il quale ora, forte del risultato, non potrà che dare ulteriore linfa alla propria battaglia per l’autonomia del Veneto, che la Lega nazio­nale ulti­ma­mente sembra a­ver se non accantonato ridimen­sionato. In serata Zaia sarà al K3, sto­rica sede del Carroccio tre­vigiano, dove terrà il proprio discorso e darà un’in­dica­zione delle linee guida del suo terzo man­da­to. Il go­vernatore ha più volte sot­tolineato di non nutrire am­bizioni di lea­der­ship del centrodestra, ma è chiaro che per qualche tem­po ora la domanda sarà sem­pre la stessa. Nel frat­tempo, da do­mani mat­tina, il Doge riprenderà il suo posto a Palazzo Balbi. Com’è sta­to senza avver­sari negli ulti­mi dieci anni. Il Movimen­to Cinque Stelle, che nel 2015 prese il 12%, si è dis­solto. Le liste cosiddette mi­nori, dalla sinistra fino agli ind­ipen­dentisti veneti, hanno racimolato appena una man­ciata di voti. Nella nostra pro­vincia il ‘sì’ al refe­ren­dum costituzionale si aggi­ra sul 60%, dato minore ri­spet­to alla media nazionale. La pagina satiri­ca del Tem­po di Osho ha ironizzato pro­prio sulla con­sultazione referen­da­ria: “Ve­neto, testa a testa tra Zaia e Sì”.