Juric alza subito la guardia “Siamo in pochi e in ritardo” "Sono preoccupato, cancelliamo il passato: è un'altra storia"

“Ci servono quattro o cinque giocatori forti, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Se fai un mercato in uscita di un certo tipo devi fare un mercato in entrata all’altezza. Le mie richieste devono essere soddisfatte, sennò è la fine».
Ruvido e schietto; il marchio di Ivan Juric è questo. E in un mondo del calcio appiattito sui libretti stampati del politichese corretto, uno così che di peli sulla lingua non ne ha manco mezzo, quanto meno lo benedici. A 24 ore dal battesimo della nuova stagione contro la Roma, il tigrotto spalatino graffia: «È una situazione difficile, domani saremo in emergenza, non so chi far giocare. Sapevamo che avremmo dovuto prendere tanti giocatori e che non sarebbe stato facile. La società ha lavorato tanto, ma sono preoccupato per domani, per l’Udinese, per Parma, perché chi è arrivato è lontano da una forma accettabile». Se non è un grido d’allarme, poco ci manca. Il mercato chiude i battenti al 4 ottobre; ieri è arrivato Barak, oggi Favilli, poi chissà. Ma intanto il campionato inizia domani sera e la coperta del Verona è corta: «Sulle fasce siamo a posto. L’attacco è scoperto, in mezzo siamo abbastanza a posto, e dietro sono preoccupato» così Juric fotografa la situazione. Inutile girarci tanto intorno, per la gara di domani sera è piena emergenza; tante, troppe le assenze: «Zaccagni può giocare per uno spezzone, ma non è in condizione per fare tutta la gara; Benassi deve recuperare da un infortunio al polpaccio e non ci sarà; Magnani è fuori, Cetin ha grandi margini, ma è molto indietro; Tameze magari riesce a fare un tempo, Lazovic è infortunato, Gunter se riesce a fare un tempo è già tanto». Due parole su chi è andato via: «Cercavamo di mettere giocatori al posto di chi è partito, poi quando li vendi a grandi squadre significa che sono giocatori top. Non è semplice sostituirli, bisogna alzare il livello di chi c’è. Noi abbiamo preso giocatori che pensiamo possano sostituire i titolari che abbiamo perso, e ne sono arrivati altri che possono essere alternative in futuro». Una stagione si è appena conclusa, e ne parte già un’altra; Ivan il Terribile sul passato tira una bella riga: «Il fatto che lo scorso anno partissimo come ultimi tra gli ultimi era stata la nostra forza. Quest’anno è diverso. Io cancellerei, è rimasto poco di quella base. È finita, ci siamo divertiti, però basta: pensiamo al nuovo anno». A chi gli chiede se è arrabbiato per un mercato che certo finora non lo soddisfa, chiarisce ogni dubbio: «Non sono arrabbiato, capisco le difficoltà. I giocatori li sceglie D’Amico in base alle caratteristiche, poi ovviamente dobbiamo essere tutti d’accordo». Chi potrebbe tornare è Matteo Pessina; D’Amico attende risposte dall’Atalanta per riaverlo in prestito: «È fattibile – spiega -, il problema è che è infortunato. Ci vuole tempo, ma siamo molto attaccati a lui, a livello umano e come calciatore. Ha il nostro spirito, e vogliamo che torni». Stesso discorso per Salcedo: «È come Pessina, stava crescendo ma non è nostro. Il prezzo lo fissano gli altri, ma mi piacerebbe averlo». La chiosa finale è sulla Roma: «Loro sono a posto. Dietro hanno preso Kumbulla, che è quello che gli mancava. Si parla di Dzeko o Milik, non cambia molto». Ne avessimo noi di problemi così. Juric questo non lo dice, ma non serve. Tanto, glielo leggi negli occhi.
Elle Effe