Difficile non è partire controvento, casomai è “partire senza un saluto” Il “letto” del sabato: Controvento, di F. Pace

E’ quando si va altrove che le cose importanti cominciano ad accadere, quando la vita ci mette alla prova. Andare via, alle volte, è l’unica soluzione per mescolare le carte e per vedere tutto da una giusta distanza. Andare via non è scappare. È intraprendere un viaggio, che sia in un altrove definito o che consti soltanto nel perdersi tra strade della propria città.
Federico Pace raccoglie in questo suo libro una serie di viaggi che hanno marcato in maniera indelebile la vita di personaggi dell’arte, della musica, della scienza. Incontriamo allora l’architetto Niemeyer che intraprende il suo viaggio verso una Brasilia ancora inesistente, Keith Jarrett nella sua corsa verso Colonia, Anna Maria Ortese che abbandona Tripoli, dove “il tempo non passava”, alla volta dell’Italia, Gauguin approdato ad Haiti nel tentativo di “liberarsi dalla civiltà”, e una Joni Mitchell trentaduenne, che parte dalle coste del Maine, dopo la fine di un amore.
Storie di chi si è messo in viaggio, con la paura e le incertezze che ogni partenza vera comporta, e ha trovato in quel cammino l’opportunità di reinventarsi o di trovare, per la prima volta, se stesso. Andare via, proprio in un certo momento. La vita che freme, che comincia o torna ad accadere in un viaggio che è spaesamento, caduta e risalita, consci che “difficile non è partire controvento, casomai senza un saluto”.

G. Tom.