Dopo il dramma riparte il The Factory “La risposta del pubblico è stata impeccabile”. Già due eventi sold-out dopo la quarantena

Est Veronese. Zona industriale di San Martino Buon Albergo. Uno spazio polifunzionale di circa 800mq, rivolto principalmente agli appassionati di musica e concerti. Uno dei primi club a Verona a ripartire nel dopo pandemia, ancora a inizio giugno. Ne abbiamo parlato con Carola Capocchia, che assieme a “Bruce” Turri e Matteo Baroni (Orion Agency), forma l’asse portante del The Factory. “Dopo 4 mesi di lavori estenuanti per sistemare la nuova sede, e l’entusiasmo per l’inaugurazione dell’8 febbraio 2020 che è stata un successo, eravamo su di giri, e lo stop per noi è stato un dramma. Con l’ultimo decreto, seppur con limitazioni, non abbiamo avuto dubbi sul ripartire, sia per l’aspetto economico, sia perchè volevamo dare un segnale di speranza ai nostri soci. Oltre alle parole dovevamo “fare”. E la risposta del pubblico è stata impeccabile”. Già tre gli eventi post quarantena, sempre “sold out”, e anche in questo weekend tutto veronese sperano di replicare. Venerdì l’alt-rock dei Duck Baleno, con i apertura il pop/rock elettronico dei Lunar Dump. Sabato invece spazio al punk/hardcore dei Mad Mariachis e in chiusura la presentazione del nuovo disco punk/metal/horror “Italians die better”, dei Superhorror. “Abbiamo limitato la capienza a un massimo di 100 posti a sedere, anche se la legge ne consentirebbe il doppio, per gestire al meglio la situazione. La risposta è stata incredibile, già a metà settimana avevamo il pieno di prenotazioni. E anche per questo weekend le premesse sono ottime”. Ma The Factory non parte solo dalla sede di San Martino. Nel 2013 la nascita vera e propria del progetto a Castel d’Azzano per 6 anni, fino al recente trasloco. “Nel corso del tempo quella che era nata come un’idea molto “underground”, in stile associativo, ha subito dei cambiamenti e ci siamo trovati a confrontarci con una nuova esigenza: quella di ingrandirci. Oltre alla sala concerti, ora ci sono 2 sale insonorizzate per le prove, attualmente utilizzabili da 3-4 persone. Uno spazio dedicato allo studio di registrazione e altre due stanze occupate dalla scuola di musica, per l’insegnamento. Un totale di 6 spazi diversi, tutti collegati. La gente poi quando entra rimane impressionata e stupita dal “tunnel-shock” arancio, ideato dal nostro architetto, amico e musicista Filippo Romano”. Un 2020 difficile, che però non intimorisce Carola e soci, fiduciosi per i mesi a venire. “Per quest’estate vogliamo mantenere almeno un appuntamento settimanale, ma siamo già al lavoro sulla prossima stagione. Cercheremo sempre di essere un punto d’appoggio importante per la scena metal, ma l’obbiettivo di tutti era aprire uno spazio che potesse attingere da diverse forme di spettacolo, dall’elettronica all’hip-hop. A Verona, seppur manchino i luoghi di aggregazione come il nostro, mi sono accorta che la gente ne ha bisogno e partecipa volentieri agli eventi, con grande attenzione per le proposte inedite. L’obbiettivo rimane quindi quello di non “fossilizzarci”.”

Fabio Ridolfi