E adesso, caro Presidente, tocca a lei L’ottimo lavoro del tecnico e dei giocatori va ripagato. Per evitare lacrime e sangue

MAURIZIO SETTI HELLAS VERONA

E adesso, caro Presidente, tocca a lei. Tutti hanno fatto la loro parte, quello che le chiediamo è uno sforzo ulteriore, ben sapendo che i conti economici sono e devono, giocoforza, essere sopra tutto e tutti. Ma i conti, lo ha sempre ribadito anche lei, non danno grandi preoccupazioni e le cessioni di questa e della scorsa estate hanno dato sostanza alle casse dell’Hellas. Lo sforzo da fare è non cedere alle richieste di mercato, non toccare una squadra che, sapientemente lei e i suoi collaboratori, hanno costruito e plasmato. Perchè tutti hanno, sinora fatto a meglio la loro parte.
L’ha fatta il direttore sportivo Sean Sogliano capace di pescare talenti da ogni latitudine e longitudine. Alzi la mano chi conosceva Cyril Ngonge ora, chiaramente, sui taccuini di mezza serie A. Gli manca un pizzico di continuità ma se avesse anche quella chiaramente indosserebbe un’altra maglia perchè a livello di classe questo è un ragazzo che ha numeri da top player e il gol alla Roma è un ulteriore biglietto da visita del suo talento.
Ma Sogliano è anche l’uomo di Mboula, preso dalla B spagnola è un’importante pedina per il gioco di Baroni, senza dimenticare gli arrivi preziosi per dare alternative al tecnico fiorentino di Bonazzoli e Saponara. Sogliano ancora una volta ha fatto, come si suol dire, un buon matrimonio con i fichi secchi. Ma chi ha fatto la parte più importante e delicata è stato il tecnico Marco Baroni.
Uomo di spessore prima che allenatore. Capace, pertanto, di annusare la situazione, di interpretare al meglio punti deboli e forti del gruppo a sua disposizione.
Lo dice da tempo Baroni. “Volevo fare un calcio diverso. Ma non avevo gli interpreti per farlo. Per cui faccio giocare questa squadra nella maniera che molti già conoscono”. Nessuna rivoluzione, soprattutto nessun dogmatismo. Ma un peana al buon senso.
La loro parte, infine, l’hanno fatta giocatori e tifosi. Prendiamo la partita di Isaak Hien contro la Roma.
Di grande spessore, capace di mettere la museruola a Belotti che è pur sempre un nazionale, di arginare la classe cristallina di Dybala. Hien da giorni è dato in partenza. Lo vuole l’Atalanta, il Torino pare non voler mollare la presa. Sarebbe sciocco pensare che il difensore svedese non lo sappia. Ma la sua è stata una prova da professionista esemplare, si è pure immolato stendendo Belotti e beccandosi il rosso. Nulla da dire sul suo comportamento e l’attaccamento alla maglia.
La stessa, ma forse è ancora banale ribadirlo, che hanno dimostrato i tifosi gialloblù. Oltre 11 mila tessere, un migliaio ad Empoli sfidando l’esodo ferragostano, oltre 22 mila al debutto interno con la Roma.
Tutti dunque hanno fatto la loro parte, fino in fondo. Tocca a lei, Presidente, ripagare questa dedizione, l’ottimo lavoro di tecnico e giocatori, la fede dei tifosi. Inutile girarci attorno. Se Ngonge e Hien resteranno ancora in gialloblù l’impressione è che la salvezza sia ampiamente alla portata del Verona.
Non dovesse essere così, sarà un’altra stagione di sangue e lacrime. A cui, va detto, a Verona non spaventa più nessuno.

Mauro Baroncini