E adesso? Rimpasto di giunta con possibili turbolenze Palazzo Barbieri perde gli assessori alla Sicurezza (Polato) e allo Sport (Rando). Ci ha provato anche il vicesindaco Zanotto. Maschio e Zavarise: “Bisogna fare il tagliando per dare una svolta ai prossimi due anni”. Il tosiano Bozza a Venezia: ora cosa farà l’ex sindaco?

Nove consiglieri regionali ve­­ronesi a Palazzo Ferro Fini: 8 per il centrodestra, uno per il centrosinistra. Il Movimento Cinque Stelle non è riuscito a piazzare nemmeno un rappresen­tan­te: un tonfo clamoroso so­prat­tut­to se si pensa che ap­pena cinque anni fa presero il 12%. Sono stati riconfer­mati Stefano Valde­gam­beri (Lista Zaia), Elisa De Berti, Enrico Corsi (Le­ga) e Anna Maria Bigon (Pd). Per la Lista Zaia ap­prodano a Venezia anche l’as­­ses­sore comunale allo Sport Fi­lippo Rando e Fi­lippo Ri­go, di Agsm Ligh­ting. Per Fratelli d’Italia en­tra l’asses­sore veronese alla Sicurez­za Daniele Po­lato. Per la Lista Veneta Autonomia il consigliere di Moz­zecane Tomas Picci­nini. Fratelli d’Italia, nono­stante il grandissimo ri­sultato di lista raggiunto a Verona (17%, più della Le­ga, al 14), ha ottenuto solo un seggio veneziano. Il primo dei non eletti è l’uscente Ste­fano Casali (7.500 voti), che però rien­trerebbe in Consiglio re­gionale qualora Polato do­ves­se venire nominato as­sessore, ipotesi da non scar­tare. Massimo Gior­getti, decano veronese in Regione (7.100 prefe­ren­ze), è rimasto escluso. Così come Massimo Ma­riot­ti e Claudio Valente. Il primo dei non eletti della Lega è Marco Andreoli, che l’anno scorso aveva perso la corsa a sindaco di Negrar: il suo ingresso a Venezia è co­munque molto probabile data la quasi scontata ri­conferma come assessore della De Berti, fedelissima di Zaia. Andreoli ha supe­rato il consigliere comunale Anna Grassi di un cen­tinaio di voti. Polato e Ran­do dunque lasciano Palazzo Barbieri e aprono la partita del rim­pasto, peraltro già am­pia­mente annunciato all’uniso­no in diretta tivù dal deputato di Fdi e presidente del Con­siglio comunale Ci­ro Ma­schio e dall’asses­sore le­ghista al Commercio Nicolò Zavarise, uomo dell’ex mi­nistro Lorenzo Fon­tana (“Va fatto il ta­gliando per gli ultimi due anni di man­dato”). In realtà potrebbero essere meno. Fdi reclama più peso in giunta. Lo chie­de anche Verona Domani. Il sindaco, su cui gli alleati sono in pressing, deve an­che no­minare il presidente di Agsm, partita delicatis­sima. In più ora per Sboarina c’è la “grana Tosi”. Alberto Bozza, a sorpresa, è riu­scito a farsi eleggere con Forza Italia, ma sia lui che l’ex sindaco scagliano bor­date contro Sboarina da tre anni. Po­lato, per Tosi, è stato l’“as­ses­sore all’Insicu­rezza”: so­no decine le di­chia­razioni di fuoco contro l’esponente di Fdi e i post su Facebook. Come fa­ranno i tosiani a sostenere il centrodestra in Regione se in Consiglio co­munale ne sono strenui oppositori? Se continue­ran­no a farlo, è del tutto e­vidente, a Palazzo Barbieri (e in misura minore in Re­gio­ne) ci sarà un problema politico. Impos­sibile far finta di nulla sia per il sindaco che per il go­vernatore. In­tanto Sboarina ha com­men­­tato il trionfo del go­ver­na­to­re: “Ve­rona alli­nea­ta a Tre­viso, la casa di Zaia, con buona pace di quanti di­cevano che Zaia ha fatto poco per Verona. Ve­rona ha infatti risposto in modo eclatante. Io l’ho tro­vato un ottimo gover­natore che ha lavorato tanto per la nostra città e mi pare che lo ab­biano pensato anche la mag­gior parte dei veronesi, anche in quest’ultima e­mer­genza”.