“…e adesso sono nel vento” “Canto Auschwitz la prima volta e mi dicono: sei matto?”

Auschwitz, di Francesco Guccini (1966). Il brano venne inizialmente “firmato” da Lunero e Vandelli perchè Guccini non era ancora iscritto alla Siae. Guccini lo pubblicò l’anno dopo nell’album Folk beat n.1.

Son morto con altri cento,
son morto ch’ ero bambino,
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento
Ad Auschwitz c’era la neve,
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento,
e adesso sono nel vento
Ad Auschwitz tante persone,
ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento,
a sorridere qui nel vento…
Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento,
in polvere qui nel vento
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento
e ancora…“