“La pazza gioia” di due amiche alla ricerca della felicità

“La pazza gioia” ritratta in questo fotogramma è traboccante di significato, esattamente come la pellicola cui appartiene. Al netto del significato più immediato, evoca un significato più sottointeso, più tacito. A sinistra la smisurata esuberanza, di cui si è corazzata, negli anni, Beatrice per difendersi dagli eventi e dagli eccessi che hanno travolto la sua esistenza.
A destra l’ingenuo e malinconico stupore di Donatella che pensa di essere nata triste e teme non riuscirà più a recuperare quei rari istanti di felicità che in passato ha vissuto.
Due personaggi straordinari, perché non hanno mai condotto in maniera ordinaria la loro vita, e che, per sfortuna e per caso hanno sofferto.
Anche se la causa della sofferenza è così radicata in loro, non si rassegnano proprio a rinunciare alla ricerca di quella felicità cui ognuno di noi dà un significato differente.
Lo fanno con coraggio e stramberia le protagoniste di questa pellicola, così diverse eppure così amabilmente simili. Si imbarcano così in un’avventura che conducono con disarmante follia, regalandoci battute esilaranti e istanti commoventi.
Donatella: “Ma dove si trova la felicità?” Beatrice: “Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili”.

S.T.