E se l’erede di Kumbulla fosse già qui? Fari puntati su Matteo Lovato, classe 2000: contro la Roma una prova da veterano

E se l’Hellas avesse già in casa, il dopo Kumbulla? Uno degli artefici della prova difensiva pressoché impeccabile contro la Roma è stato infatti Matteo Lovato: vent’anni sulla carta d’identità, seconda presenza nella massima serie ma piglio da veterano al cospetto di vecchi volponi come Mkhitaryan e Pedro.

Battestimo del fuoco. Nato a Monselice nel 2000, il centrale difensivo è arrivato all’Hellas lo scorso gennaio, dopo aver legato buona parte della sua giovane carriera ai colori del Padova. Proprio in maglia biancoscudata si è confrontato per la prima volta col calcio dei grandi, in una prima parte della stagione 2019/20 che lo ha visto giocare con continuità nel reparto arretrato della formazione di mister Sullo. Le buone cose mostrate in Serie C hanno convinto il Verona a investire su di lui, con Juric che lo aveva lanciato in Serie A già nel finale dello scorso campionato, nelle ultime battute del match contro l’Atalanta. L’altra sera, però, per Matteo è arrivato il battesimo del fuoco: dentro al 19′ al posto dell’infortunato Empereur, con la Roma che premeva sull’acceleratore a caccia del vantaggio, Lovato non ha fatto una piega e si è calato in partita col piglio del difensore navigato. Cattivo al punto giusto, pronto a uscire dalla linea per cercare l’anticipo e attento a non farsi prendere alle spalle dalle incursioni dei giallorossi, il classe 2000 gialloblù si è meritato i complimenti del tecnico e dei compagni, in quella che è stata la sua prima vera serata da giocatore di Serie A.
Studiando Hummels – Centrale di piede destro, dotato di una buona tecnica nella gestione del pallone che alterna con le abilità nei compiti prettamente difensivi, Lovato interpreta il ruolo secondo i crismi richiesti dal calcio moderno, ispirandosi non a caso a Mats Hummels. Centimetri e struttura fisica lo hanno aiutato a imporsi fin da subito in Serie C, ma l’esplosività e la sorprendente rapidità nel breve gli stanno permettendo di giocarsi le proprie carte addirittura nella massima serie. Un’esplosione resa possibile anche e soprattutto dalla notevole maturazione compiuta sotto il profilo mentale, grazie alla quale ha innalzato esponenzialmente la continuità delle sue prestazioni. La serata del Bentegodi è già nel libro dei ricordi più belli, e intanto il Verona gongola e ribadisce una volta di più come le difficoltà possano trasformarsi in opportunità, magari proprio rivelando al grande pubblico un altro giovane di belle speranze che è sogna di poter dire la sua ai massimi livello del
calcio italiano.

Il futuro è suo. “Il futuro?”ha sempre detto Lovato. “Ho firmato per quattro anni col Verona e per me è un sogno che si realizza essere qua, in serie A. Non posso chiedere di più, spero di poter dare una mano e di poter giocare, ma è giàbellissimo aver raggiunto la serie A. E’ il sogno di tutti i ragazzi”. A dimostrazione del suo valore, anche l’Atalanta, in avvio di mercato, ne aveva chiesto notizie. Il Verona ha detto “no,grazie”. Perchè sa quanto vale Lovato e perchè sottola guida di Juric, il percorso potrebbe essere già segnato. Un anno fa, Kumbulla era una speranza ed è finito alla Roma per una cifra record. Ora potrebbe essere il turno di Lovato. L’Hellas sta tornando ad essere una fabbrica di talenti.