“Sono io l’Arma segreta della Virtus” Faccia a faccia col nuovo bomber di Gigi Fresco, chiamato a sostituire Rafa Odogwu

Trentacinque anni, uno spillo come Altobelli, occhi svegli, simpatico e, ciò che più conta, gol a grappoli in carriera (179). Questo il biglietto da visita di Rachid Arma, l’uomo che la Virtus ha scelto per sostituire il figliol prodigo Raphael Odogwu accasatosi a Bolzano con la maglia dell’ambizioso Südtirol.
La sua storia parte dall’infanzia ad Agadir, una sorta di Cannes sulla costa del Marocco e buen retiro invernale per i golfisti di mezza Europa. A dieci anni Rachid, il viaggio della vita lo fa però con la madre in direzione opposta: meta San Bonifacio, a raggiungere il papà che lì ha trovato lavoro in fabbrica per sfamare i suoi figli. Una storia come tante al di là del Mediterraneo, fatta di sofferenze e sacrifici.
In fabbrica ci va pure lui: otto ore al montaggio dei carrelli elevatori. Il calcio è la sua passione, sveste la tuta operaia alle 17.30 per indossare al campo quella della Sambonifacese, che milita in serie D. È il 2004, quando Mario Vittadello lo fa debuttare; tre anni dopo con Claudio Ottoni in panchina segna 21 gol; lo nota un maestro di calcio come Aldo Dolcetti che lo porta alla Spal nella Prima divisione dell’allora Lega Pro: addio fabbrica, è il decollo. Alla prima stagione tra i professionisti fa 14 centri e per una sola marcatura di differenza è vicecapocannoniere del torneo.Lo prende il Torino. A 24 anni, la grande occasione della carriera. Sorge un problema per il suo tesseramento, in quanto extracomunitario: vince il ricorso, dimostrando che da bambino in Italia è arrivato con la madre, per ricongiungersi al papà operaio a San Bonifacio, e che nel frattempo è andato a scuola e si è pure diplomato.
Al Toro non trova molto spazio, ma il 13 giugno del 2010 la sua storia potrebbe svoltare: dopo l’andata a Torino terminata zero a zero, a Brescia si gioca la gara di ritorno del playoff per la serie A; segna un gol che varrebbe la promozione. È buono, ma il Var ancora non c’è e il guardalinee glielo annulla. Passa il Brescia.
Seguono anni con una valigia da fare e disfare: a Cittadella non sboccia certo un idillio e ci rimane un mese; va a Vicenza per poi scendere di categoria e tornare alla “Spal dove segna 18 gol e per la seconda volta è il secondo miglior fromboliere del campionato. Quindi il Carpi con cui nel 2013 conquista la promozione in serie B. Passa al Pisa, dove disputa due buone annate, quindi alla Reggiana e al Pordenone, dove segna 18 reti che gli valgono per la terza volta il titolo di vicecapocannoniere. A questo punto un destino scritto. Una stagione a Trieste e il ritorno a Vicenza. Ora la Virtus: «Fresco mi seguiva già alla Sambonifacese; “prima o poi ci uniremo” ci dicevamo. Il momento è arrivato. Qui ho trovato una famiglia, spero di andare in doppia cifra e aiutare la squadra a raggiungere prima la salvezza e poi la zona Playoff» ha detto nel giorno della sua presentazione. Se l’Arma della Virtus è carica, lo sapremo presto.
Elle Effe