E Zaia non molla la presa su Verona “Inizialmente era la Cenerentola della Regione, ora i contagi sono sempre di più”

«Oggi, in Veneto, a livello generale non siamo in crisi sulle terapie intensive. Siamo preoccupati però dal cluster di Verona, che è in forte crescita». Il governatore Luca Zaia va dritto al punto. «Verona, inizialmente, era stata una “Cenerentola” in mezzo ai focolai. Ora, purtroppo, i contagi stanno crescendo costantemente. Forse» ha evidenziato «sta pagando il conto anche di una contiguità territoriale con altre zone, come la Lombardia. Abbiamo rinforzato la squadra» ha sottolineato Zaia «anche sull’emergenza-urgenza, e stiamo allestendo letti di terapia anche oltre misura. Speriamo di non allestirli per nulla». Il governatore, di fatto, ha annunciato che la “serrata” regionale verrà prolungata oltre il 3 aprile. «Dovremo continuare con le misure restrittive» ha dichiarato «non possiamo allentare la presa. Siamo costretti a chiedere ancora sacrifici, perché il nostro modello previsionale ci dà fino a 2 milioni di veneti contagiati, anche se molti di loro saranno asintomatici».

«È UNA GUERRA». Poi Zaia ha alzato i toni: «È una guerra. Le grandi potenze hanno grandi industrie belliche. La grande industria bellica oggi è una fabbrica che ti fa mascherine, respiratori e ventilatori, tamponi e reagenti. Tutte cose che mancano. La situazione è abominevole, lo dice uno che da un mese parla di trovare container di mascherine, ventilatori. Dei 200 respiratori chiesti al governo finora ne sono arrivati solo 50. Abbiamo dato disposizione di provvedere al ritiro di tutti i respiratori presenti negli studi veterinari, si tratta di una cinquantina di macchinari. Stiamo procedendo a un censimento in via prudenziale. Questo significa lavorare in emergenza. Ci sono produzioni che sono diseconomiche, come la mascherina chirurgica» ha evidenziato Zaia. «Ma dobbiamo fare una scelta strategica e sostenerle. Pensare di avere un biomedicale debole non è più immaginabile».

CONTRO L’UE. Il governatore ha parlato del ruolo dell’Ue: «L’Europa dimostra in ogni crisi di avere dimensione inadeguata. In quella del 2008 è arrivata dopo gli Stati Uniti e la Bce dopo la Federal Reserve. In tema di politiche migratorie ha lasciato l’Italia da sola. Adesso c’è un’altra crisi, forse la più grande che sta vivendo l’Europa, quella sanitaria, che si porta dietro una crisi economica planetaria e ancora una volta manca la dimensione di un’Ue che dovrebbe dare il ritmo alla squadra. Le aziende si aspettano gli Eurobond, misure forti. Paghiamo anche lo scotto di un asse franco-tedesco che ci ha sempre penalizzato».
Infine Zaia, tornando all’emergenza sanitaria, ha annunciato un’importante new entry nella task force regionale: si tratta del virologo Giorgio Palù, docente emerito di Microbiologia di Padova e professione associato di neuroscienze e tecnologia alla Temple University di Philadelphia: «Si occuperà di questa bestia rara, cercherà di capire che comportamenti ha e proverà a darci indicazioni nel “durante” e nel “dopo”, sequenziando, isolando il virus e cercando di capirne i comportamenti per bloccarlo».

A.G.