Ecco l’Udinese, è un esame di maturità L’Hellas di Juric, reduce dalle eccellenti prestazioni con Milan e Juve, adesso cerca punti contro una diretta concorrente. Mentre Tudor rischia la panchina

Senza tregua, senza un attimo di sosta. Neanche il tempo di archiviare CR7 e ti tocca pensare a Kevin Lasagna e compagnia. “Beh, vuoi mettere…” dirà qualcuno. Juric tiene invece le antenne dritte. E’ uomo di mondo, uomo di calcio. “Attenzione, sono queste le partite più difficili” spiega il mister. “Con la Juve, col Milan, in fondo, gli stimoli li trovi da solo. Sai di giocare con squadre sulla carta più forti, sai che non hai niente da perdere. A volte, è più facile giocare con loro che contro l’Udinese, ad esempio. Anche perchè, se ci illudiamo di aver capito tutto della serie A, non abbiamo capito niente…Sono queste le partite da non perdere, anche se, giusto dirlo, con Milan e Juve abbiamo lasciato per strada almeno un paio di punti”. E allora, sotto con Kevin Lasagna, uno che ha fatto le giovanili del Chievo, poi è passato dal Cerea, ha pure “rischiato” di finire alla Virtus e “rischiato” pure di essere dimenticato tra i Dilettanti, prima di ricominciare dal Carpi, quindi Udinese per finire pure in Nazionale. Insomma, una bella storia, ma un brutto cliente, uno che (tra l’altro), al Verona ha già fatto male. E’ proprio lui l’uomo in più di mister Tudor, che sente aria di bruciato intorno alla panchina. Siamo appena alla quinta, ma, come sempre nel calcio, non c’è tempo da perdere. E i nomi più gettonati per prenderne il posto, sono due ex gialloblù: Stefano Pioli e Beppe Iachini. Tudor lo sa e chiede ai suoi una reazione d’orgoglio dopo il ko col Brescia che ha fatto infuriare la famiglia Pozzo. In realtà, l’Udinese è una diretta concorrente nella lotta alla salvezza, questo è chiaro. E proprio in questo senso, la sfida assume contorni ancora più importanti. Perchè anche per l’Hellas, va detto, diventa un po’ il primo esame di maturità. Juric chiede ai suoi, in sostanza, di confermare tutto quello che le prime quattro giornate hanno detto. Solidità, carattere, organizzazione, mentalità, spirito di squadra. A proposito di squadra. A parte l’ovvio ricorso al turn over, c’è un dubbio che anima la vigilia: Di Carmine o Stepinski alla guida dell’attacco? Il polacco morde il freno, dopo l’espulsione col Milan. Di Carmine chiede la conferma dopo l’ottima prova di Torino, al di là del rigore sbagliato. La sensazione? Più Di Carmine che Stepinski, almeno in partenza. Stepinski sarà titolare in questo caso a Cagliari. E il Pazzo? Lui se ne sta in panchina. Prima o poi, lascerà un segno, vedrete…

Raffaele Tomelleri