Eros Mazzi lo vide e chiese: “Come se ciamelo quel lì? Mi dissero, l’è ‘n buteleto…” Estate del ‘57, il futuro Pelè “rischiò” di passare al Verona

Estate del ‘57, s’incrociano le storie di un uomo e di un ragazzino. L’uomo, imprenditore veronese e dirigente dell’Hellas, si chiama Eros Mazzi. Anche il nome del ragazzino comincia per E. Si chiama Edson Arantes do Nascimento. Non ha neppure 17 anni, ma dicono tutti “diventerà un campione”.
Il dirigente dell’Hellas va in Brasile, per cercare uno straniero. Il Verona è per la prima volta in A, il presidente Mondadori sa che Eros Mazzi ha fiuto, capisce di calcio. “Vada, ci serve un campione”.
Eros Mazzi arriva. Rio de Janeiro. Gli propongono Emanuele Del Vecchio, Nazionale, ha la maglia numero 10 del Santos. “Ma mi vedo ‘n buteleto” confesserà anni dopo Mazzi. “Come se ciamelo?” chiede. “Edson” gli dicono. “Ma è troppo giovane” lo sconsigliano. “Mi l’avarèa tolto…”, il rimpianto di Mazzi. Che torna in Italia col cartellino di Del Vecchio, grande giocatore, che poi andrà anche al Milan e al Napoli. “El buteleto lo tegnemo d’ocio…”.
Il Verona fa un grande girone d’andata, Del Vecchio incanta, c’è grande entusiasmo. Poi, il crollo. Del Vecchio rallenta,il Verona arriva agli spareggi per la salvezza e li perde. Torna in B. E’ l’estate del ‘58. Un anno dopo. In Svezia il mondo scopre la stella di Pelè.