In un tempo in cui le tecnologie dalle biotecnologie alla computer graphics, dall’intelligenza artificiale alle estetiche immersive – non agiscono più come semplici strumenti ma come infrastrutture esistenziali e imaginative, TOMORROWS Folding, Flexing and Expanding esplora le metamorfosi del corpo, invitando a pensare la diversità e l’ibridazione non come deviazioni rispetto a un modello, ma come principi generativi di un nuovo umanesimo. Il progetto espositivo di Fondazione Cariverona con Urbs Picta, in collaborazione con Museo del Contemporaneo dell’Università di Verona e ArtVerona, a cura di Jessica Bianchera e Domenico Quaranta, ha inaugurato, accompagnato dalla performance musicale di DJ Python a cura di Path Festival, nell’ambito di ArtVerona nel centro storico di Verona a Palazzo del Capitanio, che riapre eccezionalmente al pubblico per l’occasione. La mostra resta visitabile fino al prossimo 9 novembre. Dopo Notes on the Future of the Earth e A Land of Water, la terza edizione di TOMORROWS prosegue il filone di ricerca avviato due anni fa per indagare il presente e il futuro dell’essere umano attraverso la contaminazione tra l’arte contemporanea e diverse discipline. TOMORROWS – Folding, Flexing and Expanding è parte del più ampio progetto Interregno, il nuovo palinsesto interdisciplinare promosso da Fondazione Cariverona con Urbs Picta, con la direzione artistica di Jessica Bianchera. Per un intero anno Verona ospiterà un ricco calendario di appuntamenti, composto da tre percorsi espositivi e un fitto programma pubblico, che prevede laboratori gratuiti per famiglie e scuole di ogni ordine e grado, incontri educativi, visite guidate e attività sul territorio. Interregno intende, così, proporre una riflessione collettiva sul concetto di normalità, interrogando i codici estetici, i canoni sociali e le gerarchie di visibilità che hanno storicamente escluso esperienze, corpi e visioni non conformi, per abbracciare, infine, l’idea di diversità come valore fondamentale. Seguendo questo fil rouge, TOMORROWS Folding, Flexing and Expanding invita a concepire l’arte come laboratorio critico per immaginare ciò che ancora non esiste e per interrogare, con radicalità e urgenza, le forme che la vita potrà assumere. I sette artisti – Apparatus 22, Mit Borrás, Zach Blas, Heather Dewey-Hagborg, Shu Lea Cheang, Copper Frances Giloth e Michele Gabriele indagano il corpo come terreno di proiezione speculativa, trasformazione tecnologica e conflitto simbolico. Le loro opere delineano, così, un orizzonte in cui il corpo non è più dato naturale, ma dispositivo immaginativo e politico, costantemente riscritto dalle tecnologie, dalle estetiche e dalle narrazioni che lo attraversano. «Se lette insieme, le opere riunite in TOMORROWS – Folding, Flexing and Expanding – ha detto il curatore Domenico Quaranta configurano un dispositivo discorsivo che trascende la semplice giustapposizione di linguaggi».
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