Garonzi-Liedholm il finale è thrilling – Raffaele Tomelleri

Uno è sanguigno, passionale, istintivo. Non conta (quasi) mai fino a dieci, decide sull’emozione. L’altro è l’esatto contrario, Svedese, freddo, controllato, flemmatico, mai un gesto fuori posto. Per questo vanno d’accordo.Quando Saverio Garonzi chiama al Verona Nils Liedholm, allora giovane allenatore emergente, gli dice una sola cosa: “El guarda che mi voi ‘ndar ‘n serie A”. Liedholm intuisce, più che capire, il dialetto. E risponde a Garonzi, con un sorriso dei suoi: “Verona andrà in serie A”.
UOMO DI PAROLA. L’anno buono è il ‘67-’68. Don Saverio non bada a spese e fa a Liedholm un regalo da 140 milioni: si chiama Gianni Bui. Il cammino è spigliato, anche se la B non è mai una passeggiata. Il Verona naviga sempre in “zona serie A”, anche se intorno ad aprile, qualcosa s’inceppa nei meccanismi della squadra. C’è chi parla di “squadra stanca”. Liedholm suggerisce a Garonzi (o forse è Garonzi a dare l’ordine…) di andare in ritiro. “In realtà – ricordano sempre i gialloblù dell’epoca – andammo in ritiro per sei mesi. Si partiva il martedì e si tornava la domenica sera. L’avevamo fatto una volta e aveva portato bene. E Liedhom, che era scaramantico, lo volle fare per tutta la stagione”.
FINALE THRILLING. Il calendario è favorevole, 3 partite in casa nelle ultime 4. L’Hellas stenta, pareggia col Lecco, nel giorno del gravissimo incidente a Facca e poi fa ancora pari col Genoa. Le speranze sono ridottissime, anche perchè la domenica successiva c’è la trasferta di Bari, diretta concorrente per la A. Garonzi non ci crede più. E dice a Fiumi, il segretario. “El me ciama Cadè, mando via Liedholm, gnanca stano ‘andemo in A”. Per farcela, il Verona deve vincere a Bari. Liddas, imperturbabile, alla vigilia dice a Garonzi: “Presidente,a Bari si vince”. E il Verona vince, gol di Bonatti e Mascetti. Ora per la A, basta battere il Padova, sul neutro di Ferrara. Ancora Bonatti firma l’1-0 che vale il ritorno in A.
Liedholm è stato di parola. Ma Garonzi va in crisi. Ha bloccato Cadè, lo ha già fatto firmare. Non sa come uscirne. Il giorno dopo chiama Liedholm e gli dice: “Mister, ho la parola con Cadè, ma se lu el vol, straccio il contratto…”. Liedholm lo guarda, gli allunga la mano. “No, presidente. Se lei ha dato la parola a Cadè, la deve mantenere. Io ho mantenuto la mia promessa, il Verona in A. Lei non deve perdere la faccia con Cadè”.
Questo era Nils Liedholm, detto il Barone.