Genoma dei tumori. Verona capofila nel progetto nazionale Al via la seconda fase dello studio internazionale

Dopo aver studiato il sequenziamento del genoma dei tumori, si entra in una nuova fase nella ricerca della cura del cancro. A testimoniare il ruolo chiave dell’ateneo scaligero, che per mezzo del centro di ricercaArc-net è capofila per l’Italia, all’interno del progetto del Consorzio internazionale sul genoma del cancro, la presenza di Andrew V. Biankin, direttore del Consorzio, in città per avviare la seconda parte dello studio, denominata Argo, che sta per “accelerating research in genomic oncology”, ovvero accelerare la ricerca in oncologia genomica. Argo intende creare una rete di infrastrutture per sperimentazioni cliniche multicentriche, che potranno permettere negli anni a venire ai pazienti di usufruire dei farmaci sperimentali. Si consentirà cosi al paziente di restare nel suo Paese, dove il farmaco in sperimentazione lo raggiungerà. Il progetto che vedrà Verona capofila internazionale è Ponte che sta per Profiling orphan neoplasms for treatment election, in cui si eseguiranno test per ottenere il profilo molecolare di tumori che sono orfani di terapia per indirizzarli a terapie specifiche sulla base appunto del profilo molecolare. Il Centro Arc-net si sta adoperando per creare una rete italiana di centri di eccellenza in oncologia che, facendo capo a Verona, possano rendere il contributo italiano essenziale e puntuale per la definizione della nuova era di medicina di precisione in oncologia. Arc-net ha partecipato alla messa a punto dei test innovativi per l’analisi del genoma del cancro che sono applicabili a tutte le neoplasie con costi contenuti e semplicità di interpretazione dei risultati per individuare le anomalie molecolari dei tumori. Questo grazie soprattutto alla biobanca Arc-Net, di cui è responsabile la dottoressa Rita Lawlor, che contiene migliaia di campioni di tumore raccolti da pazienti affetti da diversi tipi di neoplasie, funzionale per la validazione dei nuovi test molecolari per la sua ricchezza di campioni altamente controllati. La biobanca Arc-Net è riconosciuta come centro di eccellenza internazionale nell’ambito del biobanking ed è stata inserita nell’elenco dei partners della rete di biobanche della organizzazione mondiale della sanità per i Paesi in via di sviluppo. Si tratta di una risorsa unica a livello internazionale per la quale Arc-Net è finanziata sia dall’Italia (Fondazione Airc) che dalla Comunità Europea (CamPac) e dal Sistema sanitario nazionale (Nih) degli Usa. Oltre ad Arc-Net, coordinato da Lawlor, per l’ateneo scaligero, sono coinvolti in questa collaborazione anche il dipartimento di Medicina, con la sezione Oncologia medica, il dipartimento di Scienze Chirurgiche con le diverse chirurgie oncologiche, e il dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica con l’Anatomia patologica. “Questa seconda fase del progetto” spiega Aldo Scarpa, direttore di Arc-net, “prevede l’organizzazione di sperimentazioni cliniche internazionali utilizzando farmaci di nuova generazione, nonché farmaci già in uso, sulla base delle indicazioni delle anomalie molecolari presenti nel tumore dei singoli pazienti. Questo sarà possibile proprio grazie ai nuovi test molecolari disegnati e messi a punto nell’ambito del consorzio Icgc. In tal modo si potrà offrire ai pazienti un più ampio spettro di possibilità terapeutiche rispetto a quanto possibile oggi. Ci attendiamo una accelerazione della ricerca clinica finalizzata all’introduzione di queste nuove terapie nel sistema sanitario nazionale. Ci aspettiamo inoltre di riuscire a svelare i meccanismi di sviluppo di resistenza alla terapia che spesso si instaurano e causano ricadute e di poter comprendere le modalità di aggirarle”.