Hellas, non c’è solo la Roma. La tradizione non ti aiuta ! Ventinove precedenti al Bentegodi, soltanto 7 vittorie gialloblù

Gli scherzi del computer. Proprio la Roma, alla prima? Bilancio in rosso nei precedenti: su 29 incontri disputati al Bentegodi, ne abbiamo vinti appena sette; l’ultimo il 20 ottobre del 1996 quando la spuntata armata giallorossa di Carlos Bianchi cadde sotto i colpi di Giunta e Orlandini: fu vana gloria quel pomeriggio, come un lampo nel buio. Sulla panchina stava Gigi Cagni, che non riuscì a salvare il Verona dal precipizio verso la serie B. Amarezze cui quando di mezzo c’è la Roma, siamo ahinoi avvezzi. Due le vittorie più belle, entrambe con Osvaldo Bagnoli in panca: la prima nell’anno dello scudetto quando fu una zampata di quel satanasso di Elkjaer a deciderla; la secondo l’anno dopo, grazie a una stilettata del Panzer Briegel al novantesimo che sancì nel tripudio un pirotecnico 3-2 che fece saltare i nervi ai capitolini. Due indimenticabili cartoline sull’album dei ricordi. Tuttavia, due zollette di zucchero in un mare di fiele. La Roma al Bentegodi ce le ha infatti suonate dieci volte (dodici i pareggi), la più altisonante nel 2000 quando Totti e compagnia bella vennero qui a rifilarci quattro pappine sulla strada del tricolore. Fanno
ancora male.
Ma c’è di peggio, molto peggio. La Roma alla prima giornata di campionato al Bentegodi, l’abbiamo già incrociata in quattro occasioni; ne sono usciti tre pareggi e una sconfitta, ma il lato nefasto della storia è che il Verona è poi retrocesso in serie B in tutti e quattro quei campionati. La prima volta, partita inaugurale della stagione 1979-79, finisce in un pareggio 1-1 con reti di Egidio Calloni e Roberto Pruzzo: è il canto del cigno di Saverio Garonzi alla presidenza; «Zigo» è andato via, la rosa è rinnovata, il nuovo corso è affidato a Gigi Mascalaito; le cose però non girano e i gialloblù precipitano in serie B.
Secondo capitolo nel 1991; Fascetti ha riportato in un solo anno la squadra in serie A emergendo dalle sabbie mobili del fallimento societario; il Verona è ora nelle mani della famiglia Mazzi, che in estate ha piazzato un gran colpo di mercato, prelevando dal Marsiglia un fuoriclasse come Dragan Stojkovic. L’asso serbo è squalificato (saranno poi gli infortuni a limitarlo), perdiamo 0-1, e il Verona, autore di una buona partita, fa i conti con la iella: non gliene va bene una. In attacco davanti alla porta a Florin Raducioiu si annebbia la vista e sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare. Sarà una costante purtroppo.
Ed è di nuovo serie B. Arriviamo al nuovo millennio: alla prima giornata al Bentegodi è pareggio, 1-1: a Samuel risponde Oddo. Il Verona di Malesani viaggia nella prima metà della stagione viaggia a medie Uefa; crollerà nel girone di ritorno sancendo la più dolorosa e incredibile retrocessione della sua storia. Ferita che ancora sanguina. Quarto e ultimo capitolo, speriamo sia l’ultimo, il 22 agosto del 2015: altro pareggio 1-1 con reti firmate da Florenzi e Jankovic. Fine dell’era Mandorlini, arriva al suo posto Delneri che non salva il Verona dalla serie B. Altra tegola.
Lo scorso anno, la Roma s’impose con un sin troppo generoso 3-1 sulla banda Juric. Risultato bugiardo, ma tant’è. Detto che alla casa del Bentegodi è meglio trovarsi un pisano all’uscio, piuttosto che un romanista, adesso sarebbe anche l’ora di dare un calcio alla cabala e ai tristi presagi. E allora, forza e coraggio!

Elle Effe