I Cinquestelle lanciano la sfida a Zaia Manuel Brusco: “Annunci che Montagnoli e i suoi amichetti sono fuori dalle liste”

Lo scandalo che ha investito il mondo politico dopo la scoperta che tanti nostri rappresentanti non hanno esitato ad allungare la mano per accedere al bonus da 600 euro ha fatto esplodere la polemica. E stiamo sicuri che non finirà con l’estate.
La prima nota ironica in sede regionale arriva da Patrizia Bartelle, candidata presidente al Consiglio regionale Veneto per Veneto ecologia solidarietà. “Povero assessore Forcolin- ha detto – hai tutta la mia comprensione. Dopo cinque anni trascorsi a fare il guardiano dell’ortodossia Zaian Leghista in Regione, rigettando tutte le proposte dal volto umano, che implicavano un minimo di relazione con i cittadini, respingendo in nome del rigore finanziario e del pareggio di bilancio qualsiasi proposta che aiutasse i più bisognosi, sei scivolato sulla classica buccia di banana. Lo studio di cui fai parte ha chiesto il bonus da 600 euro… a tua insaputa! Sorge il dubbio che in questi anni tu abbia fatto anche l’Assessore al bilancio a tua insaputa… Per dimostrarti tutta la mia umana solidarietà, mi permetto di elevare una supplica a Luca Zaia : abboni a te, e agli altri candidati leghisti in condizione di povertà, il versamento di 5000 euro che dovrete fare accettando la candidatura. Sarebbe un esempio concreto – ha concluso – di generosa applicazione dell’autonomia in salsa veneta, e Zaia avrebbe creato il “bonus Forcolin”.
Per Enrico Cappelletti, il candidato presidente per le regionali dei 5 Stelle, si stratta di un’azione ingiustificabile.
“È il secondo scandalo che travolge l’amministrazione Zaia in meno di una settimana. Stiamo ancora aspettando i bonifici delle indennità di trasferta indebitamente percepiti dai consiglieri regionali Veneto, quando ecco che scoppia il caso dei furbetti dei 600 euro. Ma che razza di politici sono coloro che intascano un bonus destinato ai lavoratori a causa Covid? È una solenne presa in giro, poi, la giustificazione secondo la quale gli accrediti nei loro conti correnti siano avvenuti ‘a loro insaputa’-aggiunge-. La Lega e i consiglieri regionali che hanno incassato i 600 euro del Governo lamentavano da mesi – a reti unificate – che non arrivavano i contributi dello Stato. Mentivano ai cittadini due volte: la prima sull’incasso degli aiuti e la seconda sul fatto che dal Governo non arrivasse nulla. Approfittare dell’emergenza per ottenere un vantaggio ingiusto non è etico, anzi rende questo comportamento ancora più ripugnante. Mi complimento con i vertici Inps che sono stati in grado di rilevare queste assurdità. È giusto che se qualche politico sbaglia, anche se del Movimento 5 Stelle, sia chiamato a risponderne davanti ai cittadini. Ma questa situazione – conclude Cappelletti – si aggiunge al caso di Zaia e dei consiglieri regionali del Veneto che hanno incassato le indennità di trasferta anche nel periodo del lockdown, quindi senza averne diritto. Una volta colti con le mani nel sacco, a seguito delle denunce del M5S, hanno promesso di restituirli. Ovviamente alle promesse di Zaia non è seguito nulla. Dobbiamo quindi aspettarci che non succederà nulla anche per i furbetti che hanno intascato i 600 euro?”
Il carico sulla vicenda Montagnoli ce lo mette poi il consigliere regionale grillino, Manuel Brusco. “Ma davvero – dice Brusco – pensano di prenderci in giro cosi’? Mi rivolgo a Zaia e gli lancio una sfida. Ha detto che chi si era intascato i 600 euro non sarebbe stato ricandidato. Ci dimostri che non era una delle sue battute da intrattenitore. Annunci che Montangoli e i suoi amichetti sono fuori dalle liste. Non mi stupirei se saltasse fuori qualche equlibrismo da azzeccagarbugli: stiamo ancora aspettando la restituzione delle indennita’ di trasferta incassate mentre se ne stavano tutti tranquillamente a casa.