I fronti caldi dell’estate areniana. Prove di dialogo tra i soci dopo la frattura Braccio di ferro tra Comune e Centrodestra per l’Extra Lirica. Procede intanto l’inchiesta su allestimenti e ‘ndrangheta: Chiavegato ai domiciliari. Sindacati sul piede di guerra chiedono la convocazione di un Consiglio comunale straordinario

Non c’è pace sul fronte della Fondazione Arena, alla vigilia dell’apertura della stagione lirica del Centenario, ma prove di dialogo sarebbero state intraprese tra le diplomazie dei due schieramenti che sono andati alla clamorosa frattura. Da una parte in Consiglio di indirizzo la maggioranza di centrodestra che ha votato Cecilia Gasdia sovrintendente, con Giuseppe Riello (Camera di commercio) Serena Cubico (ministero), Samuele Marconcini (Cattolica-Generali) e Federico Pupo (Regione) e il fronte comunale con sindaco presidente Damiano Tommasi, Marilisa Allegrini e Soso. I temi caldissimi sono almeno tre.Il primo: Verona Extra Lirica. Si tratta di dare un nuovo vertice alla società che gestisce i concerti pop e rock in Arena, finora guidata da Gian Marco Mazzi oggi sottosegretario alla Cultura. La maggioranza potrebbe anche prevedere un piano per creare in autonomia, senza gli altri tre consiglieri, una struttura societaria parallela alla Fondazione Arena. Come? Presidente la Gasdia, nessun amministratore delegato ma un piccolo consiglio di amministrazione di tre membri tecnici che funzionino come controllori e Cecilia Baczynski come general manager.Cecilia Baczynski, attuale segretaria generale in Fondazione, è stata la numero due di Mazzi e da lui è fortemente caldeggiata. Questo scenario non prevede il coinvolgimento del sindaco presidente e presenta quindi molte complessità. Anche perché poteva in qualche modo essere condiviso dal Comune se non ci fosse stata la clamorosa rottura sul voto del sovrintendente, ma dopo quel voto 4 a 3 tutti i patti sono saltati, secondo Palazzo Barbieri. Quindi, o riparte il dialogo per una soluzione comune e condivisa, oppure se si prosegue su fronti opposti, a Palazzo Barbieri stanno già ragionando sulla creazione di un organismo che prenda in mano direttamente la gestione di tutti gli eventi extra lirica, versando poi come avvenuto finora i proventi nelle casse della Fondazione.E qui si innesta il secondo tema, quello dell’inchiesta penale tuttora in corso sugli allestimenti, aperta dalla Direzione Investigativa antimafia. Giorgio Chiavegato, ex amministratore della Eurocompany Group, la ditta finita nel mirino perché ritenuta dagli investigatori vicina a famiglie della ‘ndrangheta, e che per anni avrebbe sovrafatturato i lavori svolti per la Fondazione Arena con un danno di milioni di euro per l’ente, sarebbe stato scarcerato e messo ai domiciliari grazie all’atteggiamento collaborativo dimostrato. Chiavegato, come sottolinea in una nota la lista Damiano Tommasi sindaco, fu arrestato lo scorso ottobre a causa delle sovrafatturazioni e false fatturazioni milionarie emesse a danno della Fondazione, protratte per anni, con la compiacenza di alcuni dipendenti, in combutta, secondo le ipotesi investigative, con elementi della ‘ndrangheta. Con lui, in carcere, i fratelli crotonesi Pasquale e Francesco Riillo, considerati membri attivi della cosca Arena-Nicoscia Grande Aracri.

E i sindacati: “Consiglio comunale straordinario’’. La Lista Tommasi: “Inaccettabile il silenzio di Gasdia sull’inchiesta”. Cgil, Cisl e Uil: “Non è ammissibile che alla vigilia del Festival ci siano spaccature. Trovare coesione o ci sarà lo scenario peggiore”

Beneficiarie delle truffe sarebbero state aziende in odore di ‘ndrangheta venete ed emiliane guidate da elementi mafiosi arrestati il 4 giugno ed il 4 luglio scorsi e che hanno portato ai maxi processi Taurus e Isola Scaligera. Le truffe si sarebbero protratte per anni, addirittura dal 2018, riguardando, specialmente, i contratti per gli allestimenti. La lista del sindaco Tommasi quindi ora alza il tiro: “E’ inaccettabile che la Fondazione con la Gasdia stia in silenzio limitandosi a dichiarare che si ritiene parte lesa, senza attivare immediatamente un’indagine interna; senza esigere dai revisori dei conti una verifica rigorosa sulle operazioni svolte negli anni; e senza consegnare al presidente di Fondazione, rappresentante legale dell’Ente e Sindaco della città, un rapporto dettagliato sui sospetti riguardanti la correttezza gestionale dell’ente da lei governato”. L’iniziativa su questa vicenda che sta provocando un ovvio danno d’immagine, passa quindi ora al sindaco-presidente: “Data la colpevole ed inescusabile inerzia che la riconfermata Sovrintendente sta dimostrando in merito, auspichiamo che il Presidente di Fondazione Arena e Sindaco della città Damiano Tommasi promuova una verifica nelle opportune sedi e con tutti gli strumenti che la legge consente, a tutela della verità e del buon nome della Fondazione”. Partiranno interrogazioni parlamentari? Saranno chieste ispezioni ministeriali? Con questo clima turbolento, c’è un terzo fronte che viene avanti: le preoccupazioni dei sindacati davanti a una gestione dell’ente così dilaniata. Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil dello spettacolo hanno chiesto ufficialmente con una nota congiunta a sindaco e capigruppo la convocazione di un Consiglio comunale straordinario sulla Fondazione Arena. “La spaccatura registrata nei giorni scorsi nel Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena, che ha portato al rinnovo della carica a sovrintendente della prof.ssa Cecilia Gasdia senza l’unanimità”, scrivono i sindacati, “è infatti fonte di grande preoccupazione non soltanto per le organizzazioni sindacali ma anche per lavoratrici e lavoratori. L’importanza del Festival Areniano 2023, però, richiede la massima coesione tra l’amministrazione comunale, tutti i soci, i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali”. “Non è ammissibile”, proseguono i sindacati, “che la vigilia del Festival, evento importantissimo per l’intero territorio veronese anche perché produce grandi vantaggi economici per diverse categorie, sia caratterizzato da un clima eccessivamente teso e soprattutto preoccupa molto la totale mancanza di armonia all’interno della Fondazione (elemento fondamentale per la buona riuscita del Festival). Si ritiene indispensabile quindi, ricercare soluzioni che consentano di ripristinare un clima sereno e costruttivo perché gli eventuali problemi nel corso del Festival 2023 potrebbero avere da un lato pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali e salariali di lavoratrici e lavoratori, dall’altro ricadute negative anche sul Consiglio di Indirizzo, sui vertici di Fondazione Arena di Verona e sulla classe politica locale e nazionale”. Quindi, meglio “trovare soluzioni che possano scongiurare lo scenario peggiore”.