I rischi per l’integrità dell’Arena. Un libro celebra il legame tra i veronesi e il monumento Un concorso di progettazione internazionale per le esigenze della lirica e extra lirica

A 450 anni dalla posa prima pietra con cui Verona inaugurò i grandiosi cantieri di restauro del proprio anfiteatro romano, riscattandolo da secoli di oblio e abbandono attraverso un’operazione culturale senza pari, in quel momento, nell’intera Europa, il libro “L’Arena. Rinascita di un monumento” celebra il legame identitario tra i veronesi e il monumento più noto della città. “Se l’Arena è uno degli anfiteatri romani meglio conservati al mondo, – spiega Giovanni Castiglioni, autore del libro assieme a Marco Cofani – lo si deve proprio alla continua opera di restauro e manutenzione attuata nel corso degli ultimi cinque secoli. L’eredità di questa straordinaria e lunghissima stagione è ancora oggi impressa nel monumento, segnandone profondamente la struttura architettonica e le odierne possibilità di utilizzo”. Il volume è frutto di un lungo lavoro di ricerca iniziato dagli autori nell’ambito del Dottorato in Conservazione dei Beni architettonici del Politecnico di Milano. L’auspicio degli autori è che «questo lavoro possa contribuire a una maggiore consapevolezza del ruolo e dell’importanza che l’anfiteatro può ancora avere per il progresso della città e la ricchezza intellettuale dei suoi abitanti e dei suoi visitatori, anche al di là dell’uso a luogo di spettacolo». Un racconto attento e supportato da un notevole e prezioso apparto iconografico che è stato presentato ieri sera nella sede dell’Ordine degli Architetti di Verona. Nella sua introduzione ai lavori, il presidente dell’Ordine Matteo Faustini, ha affermato: “Sollecitiamo un concorso di progettazione internazionale a due gradi che possa coniugare le esigenze legate al monumento ed alla sua conservazione con quella della lirica, dell’extra lirica e con l’utilizzo dello spazio circostante. La stella? E’ un importante monumento divenuta un’icona in tutto il mondo: può coesistere con l’anfiteatro romano, purché se ne studi una collocazione adeguata. Può anche essere posizionata al di fuori dell’anfiteatro, magari impiegando materiali più leggeri e meno impattanti per il sostegno che può, esso stesso, divenire un monumento”. Mancava da cinquant’anni uno studio sul monumento maggiormente identitario della città di Verona. Una monografia di quasi 500 pagine che si occupa della storia moderna del terzo sito archeologico d’Italia, visitato da un milione di persone all’anno. Il volume edito da Scripta con il contributo di Cattolica Assicurazioni, copre un arco temporale che va dal 1450, anno in cui il primo regolamento per la protezione dell’anfiteatro romano venne inserito negli statuti comunali, al 1960, anno in cui venne realizzato un intervento ingegneristico per la conservazione dell’ala esterna che aprì una nuova fase di restauri.