Il Dragone beve meno, ma più qualità La domanda è in evoluzione: cala la quantità, ma il prezzo medio sale del 30 per cento

Inaugurata oggi a Pechino la 6ª edizione del Vinitaly China Roadshow, il primo evento dell’anno dedicato alla promozione del vino italiano nella capitale cinese, che apre ufficialmente il calendario internazionale di Veronafiere. Fino al 15 settembre, Tricolore issato sul format fieristico di promozione del Made in Italy enologico che, oltre a Pechino (luxury hotel Rosewood Beijing), coinvolgerà altre due città emergenti: Changsha (13 settembre, Niccolo Changsha Hotel), tra le principali destinazione del turismo interno, e Hangzhou (15 settembre, Park Hyatt Hangzhou), la città dell’acqua narrata da Marco Polo e sede della prossima XIX edizione dei Giochi Asiatici che si apriranno il 23 settembre.
“Il nostro Roadshow – ha sottolineato in apertura il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo- è l’unico evento a non essersi fermato nemmeno durante gli anni del Covid. La sua formula, orientata al business e alla comunicazione, lo accredita come principale appuntamento del vino italiano in Cina, grazie anche alla pluriennale collaborazione con il ministero degli Affari esteri, l’Ambasciata e i Consolati, la Commissione italiana per il Commercio estero e Ice-Agenzia”.
Una cooperazione in nome del vino italiano rimarcata anche dall’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, Massimo Ambrosetti che, nel suo intervento, ha ribadito che il Vinitaly China Roadshow “dimostra il valore aggiunto di saper mettere a sistema i principali attori italiani del vino. Come ha ricordato qualche giorno fa, proprio qui a Pechino, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, la “Diplomazia della crescita” ci impone di continuare ad agire a sostegno dell’internazionalizzazione delle nostre aziende e a difesa del Made in Italy con grande coordinamento e unità di intenti”.
Sono 60 le aziende italiane partecipanti al Vinitaly China Roadshow, tra cui il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, il Consorzio per la tutela del Franciacorta e il Consorzio tutela Vini Valpolicella per un totale di oltre 600 etichette. Attesa anche la partecipazione di importatori di primo piano, a partire da Sinodrink, Interprocom, Pietra Rossa, Zefiro, Sarment e CWS. Per la parte food, debutto del Consorzio della Fontina che collaborerà con tre tra i più importanti ristoranti italiani in Cina.
Per l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese: “Stiamo registrando segnali importanti di evoluzione della domanda, nonostante la Cina stia vivendo una fase di contrazione delle importazioni complessive di vino ma non mancano i segnali positivi a partire da una maggior selezione qualitativa degli ordini. Nell’ultimo semestre, infatti, il prezzo medio del vino tricolore ha avuto un incremento tendenziale del 32% e oggi i nostri listini sono superiori in media del 40% rispetto alla media del mercato import del Dragone. L’obiettivo di Vinitaly è quello di presidiare ancora di più un mercato che, nonostante il pit stop congiunturale, consideriamo certamente il più strategico nel medio-lungo periodo, con una crescita prevista dei consumi nei prossimi 15 anni di 4,1 milioni di ettolitri”.
Il Consorzio Vini Valpolicella sarà invece protagonista a Changsha (13 settembre), con “Travel in time and discover the beautiful wines of Amarone della Valpolicella Docg and why they express more than 2,000 years of Italy history”, la masterclass guidata da JC Viens.