“Il Trap mi spiegò: Sai, Bobo perchè hai sbagliato quel tiro? E io: quanti gol hai fatto, tu?” Boninsegna: “La società mi multò, poi Boniperti mi restituì i soldi”

“Sai, io alla fine degli allenamenti, mi fermavo spesso a calciare. Mettevo un compagno da una parte, uno dall’altra, loro crossavano e io calciavo al volo, o di testa. Perchè se vuoi far gol, ti devi abituare a farli, no? Anche in allenamento…”
Parole e musica di Bonimba Boninsegna, uno che ne ha fatti un sacco, ma che non ha mai smesso di allenarsi. Di imparare.
“Beh, quella volta, successe proprio bella…” ridacchia Bonimba. Siamo alla Juve, dunque il bomber non è più di primo pelo. “Finisce l’allenamento, io resto in campo a calciare. C’è anche il Trap, naturalmente. A un certo punto, mi arriva il cross, io batto al volo, la palla va troppo alta… Sento il Trap che mi dice: Bobo, ascolta. Sai perchè hai calciato alto? Dovevi piegare di più il corpo… Io allora, gli rispondo: senti Trap, ma tu quanti gol hai fatto in carriera?”.
La cosa non finisce lì. “No, perchè al campo c’erano anche i giornalisti, mica come oggi che gli allenamenti sono a porte chiuse. Qualcuno di loro scrive, il giorno dopo la società decide di multarmi: 150 mila lire, mi ricordo…”
Lui e il Trap: “Beh, sai, c’era un bel rapporto, lui è stato un grande allenatore, lo capivi da come seguiva tutto, ogni minimo particolare. Guardava anche come ti legavi le scarpe, dava consigli su tutto. Poi, magari, quando si entrava in campo…fischiava troppo e finiva per non leggere più molto bene la partita.
Mi ricordo che io e Bettega, quando lo sentivamo fischiare, ci guardavamo e dicevamo: anche oggi non ne azzecca una…Era una battuta, chiaro. E’ stato un grandissimo allenatore e per lui parlano le vittorie e i risultati che ha ottenuto. Ma quella volta, non sono riuscito a tacere”.
La società lo multa, dunque, Boninsegna paga e poi…”Poi succedeva che, a Natale, Boniperti ti facesse un regalo per la moglie. Penso che il valore fosse pari a quello delle multe prese. Così, pagavi anche volentieri… Quella era la Juve, forse anche da lì era nato lo stile Juve…”