Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina sono dietro l’angolo, il 6 febbraio segna la data di inizio, il 22 febbraio ci sarà in Arena la cerimonia di chiusura e il 6 marzo quella di apertura delle Paralimpiadi invernali. In un contesto che vede molte opere ancora arrancare tra la zona di Cortina e la Lombardia (Valtellina e dintorni), in una situazione ancora di incertezza perché molti lavori sono in ritardo, funivie comprese per non parlare delle strade, probabilmente Verona alla fine sarà una delle tappe dei Giochi Olimpici dove i vantaggi grazie alle nuove opere saranno davvero concreti. In particolare, anche se non tutte le opere previste saranno terminate per le date delle cerimonie olimpiche e alcune, come l’ascensore in Arena saranno realizzate dopo, Verona ne uscirà come una città più accessibile, dove sarà più facile per visitatori, turisti e residenti superare le barriere architettoniche e poter usufruire a meglio sia della città che dei suoi monumenti. Il punto è stato fatto in un recente convegno dell’Ordine degli ingegneri. Le cerimonie di chiusura delle Olimpiadi e di apertura delle Paralimpiadi in Arena, per i Giochi invernali di Milano Cortina lasceranno infatti in eredità al territorio interventi che faranno di Verona il simbolo del nuovo paradigma dell’accessibilità diffusa, cioè la risposta alle esigenze di accessibilità che le persone manifestano indipendentemente dal fatto che abbiano una disabilità o meno, andando oltre i meri obblighi di legge per alzare la qualità delle progettazioni. «Viviamo in una società sempre più longeva, diversificata e ricca di esigenze di accessibilità motorie, sensoriali, cognitive e alimentari – spiega il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia, Matteo Limoni – L’accessibilità non è un dettaglio tecnico né un obbligo da soddisfare bensì un elemento strategico che migliora la qualità dei progetti, la vita delle persone, la competitività dei territori». Nella sede dell’Ordine degli Ingegneri, in via Santa Teresa, sono intervenuti Giuseppe Fasiol, Commissario Straordinario per le Paralimpiadi 2026, e Roberto Vitali, ceo di Village for All, network nel settore del turismo accessibile, entrambi ospiti del convegno «Accessibilità e inclusione: conoscere per progettare meglio» promosso nell’ambito dell’assemblea pubblica dell’Ordine stesso. «L’Arena avrà rampe collegate con l’intera platea, sarà accessibile anche per le visite turistiche e specialmente per chi vuole vederla dall’alto, e guadagnerà più postazioni inclusive per cui le persone con esigenze di accessibilità non saranno isolate in un angolo come accadeva prima: un netto cambio di marcia». Così il commissario straordinario Fasiol, che proprio stamattina è stato in città per un sopralluogo insieme ai tecnici dell’Ipc, l’International Paralympic Committee, che ha base in Germania e riveste il ruolo di governo del movimento paralimpico. «Abbiamo verificato lo stato di avanzamento di lavori e allestimenti, che risultano essere sostanzialmente nei tempi – così Fasiol – Non solo l’Arena, ma anche l’accesso alla città dalla stazione di Porta Nuova e i servizi in Gran Guardia, sede delle delegazioni ufficiali in arrivo per la cerimonia. I temi sono molti e si collegano al concetto di accessibilità diffusa».
Riflessi positivi anche sul turismo. L’osservatorio sull’accessibilità ha misurato un incremento del 15% su fatturati e imprese
È il concetto approfondito da Vitali di Village for all – V4A, realtà nata dall’idea di «considerare l’accessibilità non come costo ma come valore aggiunto per tutti». Rimarca Vitali che le Paralimpiadi Milano Cortina 2026 incarnano un’opportunità straordinaria, ossia «rimettere al centro le persone guardando non tanto alle disabilità ma alle esigenze di accessibilità». Il ragionamento nasce da quelle statistiche che ci raccontano come in Italia, secondo Paese dopo il Giappone per popolazione over 65, ci siano 7,6 milioni di persone con disabilità certificata ma anche 12,6 milioni di persone che nell’ultimo anno, per motivi vari, hanno vissuto gravi limitazioni alla propria autonomia personale, sensoriale e cognitiva per un arco di tempo superiore ai 6 mesi. Vuol dire che oltre 20 milioni di persone, circa un-terzo della popolazione, ha esigenze di accessibilità legate al fatto di avere un’autonomia limitata: che questo sia determinato da una disabilità o da una condizione temporanea, poco importa». Morale: una città dall’accessibilità diffusa avrà anche «un po’ meno bisogno di servizi sociali e assistenza», riflette Vitali pensando al nodo dell’invecchiamento della popolazione italiana. Senza dimenticare che «riflessi positivi riguarderebbero anche il turismo accessibile e l’economia del settore ricettivo: proprio l’Osservatorio sul Turismo Accessibile ha misurato un incremento del 15% di fatturati e presenze, fra 2023 e 2024, studiando l’occupazione delle camere dichiarate accessibili nelle imprese del settore dell’ospitalità». In generale l’esperienza delle Linee Guida della Regione del Veneto per Milano Cortina 2026, secondo il presidente dell’Ordine Limoni, «ci mostra come un approccio sistemico possa trasformare l’accessibilità da vincolo a valore. Il domani passa dal fornire strumenti reali al mondo dell’ingegneria per progettare meglio, per tutti. Un futuro che si baserà sull’attenzione alla fruibilità e funzionalità dei luoghi, che devono essere utilizzabili al di là degli obblighi di legge». Organizzatore del convegno, l’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia continua nel frattempo a crescere. Nel 2025 ha registrato oltre 3.000 iscritti di cui 680 sotto i 40 anni, con oltre settanta eventi fra seminari, convegni e visite tecniche. Iniziative che incarnano «l’investimento costante sulla qualità della professione», confermato anche dalla nuova rassegna Open 2026 intitolata «L’ingegnere veronese per la transizione energetica (smart)», che prenderà il via a partire dal mese di gennaio. Circa gli orizzonti il presidente Limoni ricorda che «uno dei temi fondamentali sarà la riforma delle professioni» e aggiunge che «saremo sempre più coinvolti in collaborazioni con enti, associazioni e altri ordini Professionali, mirando a confermare e rafforzare quelle con Confimi Apindustria, Federmanager, Ance, e poi ancora Comune di Verona e Agsm, Acque Veronesi e Camera di commercio fino all’Università. Tra le novità del 2026 inoltre c’è la sezione ”Open Industria” all’interno della rassegna Open. Proprio il ciclo Open 2026 si chiuderà nella sede dell’ente camerale con un evento curato insieme all’associazione Verso e previsto all’interno della rassegna ”ClimAct”». L’obiettivo generale, come sottolinea Limoni, rimane «far conoscere la figura degli ingegneri in maniera sempre più capillare nel territorio, a partire dalle scuole».
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