Juric, se il ciclo fosse già cominciato? "Mi piacerebbe aprirne uno qui a Verona" ha detto giorni fa. E se l'avesse già fatto?

Caro Juric,

ci sono alcune cose che le vogliamo dire, come si fa con le persone destinare a restare nella storia di una città. Oh, certo, lei dirà, “non esageriamo, in fondo, solo di calcio si tratta”. Vero, solo di calcio, ma lei sa quanto questa città viva di calcio, respiri calcio, sia capace di sognare calcio, sempre e comunque.
Ha imparato negli anni, dapprima con un po’ di serie A, negli anni eroici, anni ’60 e ’70, gli anni della nostra gioventù, gli anni del calcio in biancoenero che, di sicuro, piacerebbe molto anche a lei. Era un calcio più umano, più vero, quello che lei rappresenta molto bene, anche oggi.
Per questo, sa, o meglio, anche per questo, Verona ha imparato a volerle bene. Oh, certo, anche per i risultati, per il gioco, ci mancherebbe. Ma di quello, parleremo dopo. Perchè prima, e lei ci tiene molto, vengono i valori umani. Nel suo calcio non possono mancare. E Verona questo, lo apprezza molto. Lei ne parla spesso, si legge tra le righe che nel suo modo di vivere il calcio non ci sono soltanto sovrapposizioni e diagonali, schemi e moduli. No, sarebbe riduttivo pensarlo, non sarebbe più Juric, non sarebbe più il suo calcio.
Lei è quello che non ha paura di dire le cose in faccia, anche a costo di apparire “duro”, a volte. Ma è diretto, sincero, senza giri di parole, senza sorrisi finti. E’ così con i giocatori, con la società, con tutti.
Anche per questo lei è “arrivato” al cuore di Verona. Gente un po’ chiusa, anche diffidente, a volte. Ma che sa capire chi ha davanti. Chi non vende fumo. Chi non regala promesse gratis. Lei non lo sa fare. “Pensiamo a salvarci” diceva qualche giorno fa. E ancora: ”Speravo che dal mercato arrivasse qualcosa di diverso…”. E poi: “Qui sto bene, sarebbe bello aprire un ciclo, ancora non l’abbiamo fatto. Per farlo, dovremmo cominciare a non vendere più i pezzi migliori, altrimenti si deve sempre ripartire daccapo…”.
Poi va a Bergamo, dove il ciclo l’hanno aperto da un po’, e piazza una dellepiù belle partite degli ultimi anni. Roba da alzarsi in piedi e applaudire. Peccato non ci fosse gente, forse l’avrebbe fatto anche il pubblico di Bergamo.
Eccoci, finalmente, ai risultati. Perchè contano anche quelli, sicuro. La gente di Verona ha riscoperto, grazie a lei, il gusto di guardare calcio. Il suo, diciamolo senza paura, è forse il più bello della serie A. Non inferiore al Sassuolo (s’è visto anche al Bentegodi). Nemmeno a quello dell’Atalanta (vedi sabato sera). Bello perchè pulito, chiaro, semplice, efficace. Si dice sempre che una squadra rispecchia, in fondo, il cuore del suo allenatore. Il Verona è come lei. Diretto, schietto, va dritto al gol senza cercare vie complicate. Lo guardi e lo capisci. C’è un’aria nuova, intorno al Verona, che tutti hanno riscoperto grazie a lei. Al suo calcio nuovo, eppure antico. Vero. Umano. Permetta una domanda Juric: e se il il ciclo fosse già iniziato?

Raffaele Tomelleri