“La Fiera? Draghi faccia come la Merkel” D’Arienzo: “Si deve finanziare le Fiere italiane più grandi a fondo perduto. Altrimenti...” Bertucco: “Nel frattempo resta aperto lo squarcio tra Comune di Verona e Cariverona...”

“L’Italia faccia come la Germania e finanzi a fondo perduto le Fiere italiane più grandi”. Così Vincenzo D’Arienzo, Senatore PD.
“Durante l’anno scorso e, purtroppo, prosegue anche in questa prima parte dell’anno, tutte le Fiere italiane sono state praticamente azzerate.
Il settore, caratterizzato soprattutto da strutture societarie di carattere privatistico, non ha potuto usufruire sufficientemente dei vari sostegni e ristori che nel tempo sono stati decisi, ragione per cui la sofferenza economica finanziaria si è certamente acutizzata”.
“Così è stato anche per Verona Fiere – prosegue D’Arienzo -. Il problema è il rischio che corre la nostra Fiera rispetto ad altri competitor se questi ripartono prima. Si potrebbe scatenare un’operazione di cannibalismo: chi si riprende prima, soffia momenti fieristici ad altri che faticheranno a riprendersi, compresa Verona Fiere. L’allarme è già suonato: la Germania ha deciso di sostenere con circa 642 milioni di euro il proprio sistema fieristico.Un sostegno a fondo perduto per coprire le perdite del settore fieristico da marzo a dicembre 2020 per effetto delle restrizioni anti-contagio, in Italia e nel mondo. Lo strumento finanziario è stato autorizzato dalla Commissione Ue, insieme alla deroga al regime de minimis sugli aiuti di Stato alle Piccole e medie imprese, che consente solo contributi di piccola entità, insufficienti a coprire le perdite subite dalle principali società.
La decisione darà ossigeno al sistema tedesco e lo pone con forza sul mercato mondiale”.
“La Fiera di Verona – prosegue D’Arienzo – è tra quelle maggiormente danneggiate in Italia, anche per la sua dimensione internazionale. Non ci sfugge la forte e pericolosa concorrenza della Germania nei confronti della nostra Fiera.
Il Governo Draghi decida di fare la stessa cosa, ovvero, chieda in Europa la deroga come ha fatto la Germania e provveda ad un adeguato finanziamento a fondo perduto delle maggiori fiere italiane.
Verona Fiere, a quel punto, certamente sarà tra quelle che dovranno far parte di questo pacchetto di aiuti e, di conseguenza, reagire agli eventuali sbilanciamenti che si creeranno tra chi parte prima e chi dopo.
A livello nazionale, ovviamente, questo tipo di sostegno potrà salvaguardare la liquidità delle fiere e, quindi, favorirne la ripresa che, temo, potrà essere piena solo a partire dal 2023” conclude il Senatore PD.
In redazione anche una nota di Michele Bertucco, Verona e Sinistra in Comune. “Checché ne dica il Sindaco, che l’ha spergiurato anche di fronte ai commercianti inferociti che lo fischiavano, il rilancio dei cosiddetti “asset della città”, fiera, aeroporto e Fondazione Arena, non avverrà nemmeno attraverso i tanto acclamati aumenti di capitale.
Oggi le assemblee di Verona Fiere e di Aerogest (l’assemblea del Catullo sarà il 23 aprile prossimo) decideranno se promuovere l’operazione di ricapitalizzazione, ma l’effettiva partecipazione dei soci la conosceremo soltanto nelle settimane e nei mesi a venire.
E nel frattempo resta aperto lo squarcio tra il Comune di Verona e la Fondazione Cariverona sulla necessità di un ricambio ai vertici della Fiera.
Un’amministrazione attenta non avrebbe permesso che una questione tanto divisiva diventasse oggetto di assemblea dei soci. Avrebbe risposto per tempo alle osservazioni di una gestione della Fiera oggettivamente deficitaria, basti dire che l’ultimo bilancio pre Covid del 2019 della Fiera era stato chiuso in utile solo grazie al solito giochetto dello spostamento delle poste, vendendo cioè alla Polo Fieristico veronese Spa (controllata dal Comune e dalla stessa Fiera) la proprietà del parcheggio multipiano. E’ chiara dunque la volontà di continuare a nascondere la testa sotto alla sabbia per salvare lo status quo mentre altri soci chiedono giustamente chiarezza e un cambio di passo”.