La Finanza in Agsm. Nuova puntata dell’inchiesta giudiziaria in Lungadige Galtarossa Le Fiamme Gialle su mandato della Procura hanno acquisito materiale che dovrebbe riguardare l’affare Compago e l’attività dell’ad Stefano Quaglino nel 2022. Il presidente Testa: “Ci dobbiamo concentrare sulle nostre potenzialità e investimenti”

Un terremoto dietro l’altro su Agsm-Aim, un giorno di natura politica con il ribaltone di Vicenza dove il centrodestra è stato sconfitto e con la vittoria di Giacomo Possamai nuovo sindaco targato Pd e civiche arriveranno cambiamenti nel cda di lungadige Galtarossa, e un altro giorno invece di natura giudiziaria. Da questa mattina infatti sono negli uffici della sede della multiutility di lungadige Galtarossa agenti della Guardia di Finanza, Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vicenza, che su mandato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona hanno richiesto documentazione alla Società, pare relativamente a questioni del 2022. “La Società sta fornendo la documentazione richiesta ed è tenuta al massimo riserbo sulle attività”, dice una nota dell’azienda pubblica. Come si ricorderà era partito proprio dall’interno di Agsm-Aim e in particolare dal collegio dei sindaci (guidato da un vicentino) un esposto-denuncia per presunte irregolarità nell’affare della mancata acquisizione della società lombarda Compago, gestita dall’amministratore delegato Stefano Quaglino ai tempi del presidente Casali, poi sostituito con Federico Testa dal sindaco Tommasi. La denuncia aveva provocato l’apertura di un fascicolo con due ipotesi di reato: false comunicazioni sociali e impedito controllo societario. Ci sarebbe anche un indagato, pare lo stesso Quaglino che nel frattempo è rimasto al suo posto ma con deleghe ridotte. La vicenda ha provocato nei mesi scorsi una serie di accuse e repliche tra opposti schieramenti politici e anche tra l’attuale governance e quella precedente e una montagna di verbali. Il collegio dei sindaci presieduto dal commercialista Gaetano Terrin aveva segnalato delle presunte irregolarità sull’affare Compago che sarebbero state compiute dal consigliere delegato Stefano Quaglino. Era stato proprio Quaglino a predisporre l’acquisto del 35% di Compago attraverso Agsm-Aim Energia, azienda del gruppo Agsm-Aim. Il cda della multiutility di Verona e Vicenza bloccò però l’affare, giudicando troppo elevato l’esborso pattuito per l’acquisizione delle quote di Compago. Quaglino da parte sua ha prodotto una serie di verbali del consiglio di amministrazione dai quali risulterebbe che la sua azione è sempre stata preceduta dal consenso dei vertici aziendali e l’ad sostiene di non essersi mai attivato senza il via libera della presidenza. Tutta documentazione che ora potrebbe essere stata acquisita per l’inchiesta. Una vicenda di veleni e denunce che sta mettendo a dura prova la tenuta di Agsm-Aim che, come dice il presidente Federico Testa “deve pensare agli investimenti per i cittadini”. E Testa infatti ieri alla Cronaca di Verona ha spiegato che “Il Sole24Ore di oggi spiega quali sono le potenzialità di Agsm Aim sul fronte dell’energia e questo interessa i cittadini che sono nostri clienti e su questo ci dobbiamo concentrare . Per il resto la Giustizia faccia il suo corso”. E come aveva anticipato la Cronaca di Verona nel numero del 23 maggio proprio l’asse del Brennero può portare nuove alleanze o comunque sicure sinergie. Infatti la crisi dell’idroelettrico a causa della siccità spinge società come Dolomiti Energia di Trento a guardare con più interesse alle rinnovabili come l’eolico e il fotovoltaico che fanno di Agsm-Aim un partner interessante come dichiarato in una intervista al quotidiano L’Adige di Trento l’amministratore delegato Marco Merler che dopo vent’anni darà l’addio a Dolomiti Energia nel 2024. Anche l’impianto di Ca’ del Bue con l’impianto di biometano può diventare interessante per il basso Trentino: i dossier sono aperti. Così come non è da escludere una sinergia anche con la municipalizzata di Mantova, Tea (luce e gas).