La Napoli di Alessia incanta la giuria Menzione speciale per il docufilm della Bottone, che affronta il rapporto padre-figlia

Alla 38ma edizione del Bellaria Film Festival si afferma Verona: la regista, sceneggiatrice e giornalista veronese Alessia Bottone ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per il suo documentario La Napoli di mio padre, inserito nella sezione Bei Doc, con il quale si interroga sul rapporto con il padre prendendo spunto da un viaggio in treno verso Napoli, che si trasforma in un’occasione per raccontare la vita del genitore e conoscere le proprie origini. La giuria internazionale presieduta d Moni Ovadia ha deciso di assegnare la Menzione Speciale al film perché “ha saputo costruire un ponte tra passato e presente, immagini d’archivio e suggestioni contemporanee in un viaggio alla scoperta del rapporto tra padre e figlia”. Il documentario è interpretato dall’attrice veronese Valentina Bellè.

Diretto per il terzo anno consecutivo da Marcello Corvino, il Bellaria Film Festival si è tenuto dal 23 al 27 settembre chiudendo la 38ma edizione con 3200 presenze, nonostante le limitazioni dovute all’emergenza Covid.

La Napoli di mio padre, di Alessia Bottone (2020, 20’)
Fin da bambina, Alessia, la regista, osservava suo padre affacciarsi alla finestra, domandandosi cosa fosse in grado di attirare la sua attenzione in modo così intenso. Diversi anni dopo, durante un viaggio di ritorno a Napoli, città natale del padre, Alessia si ritrova a osservarlo nuovamente. Anche questa volta Giuseppe è di profilo e, mentre il paesaggio scorre dal finestrino di un treno, il suo sguardo cerca di fermare quegli attimi e salvarli dallo scorrere veloce del tempo. Il padre descrive la sua infanzia concentrata nel quartiere Vicaria, tra i migranti alla stazione, Nanninella, Don Mario e il suo amico Napoleone con il quale esplorava la città con due taralli nelle tasche e tanti sogni nella testa. Il ritorno di Alessia si trasforma quindi in un’occasione per raccontare il viaggio di una vita e conoscere le proprie origini. Perché per quanto lontano possiamo andare, torniamo sempre là, dove tutto è iniziato.
CHI E’. Alessia Bottone è regista, sceneggiatrice e giornalista laureata in Istituzioni e Politiche per i Diritti Umani e la Pace. Nel 2017 consegue il Master in Sceneggiatura Carlo Mazzacurati dell’Università degli Studi di Padova. Si è occupata della regia, sceneggiatura del cortometraggio Violenza invisibile, dedicato alla violenza psicologica sulle donne e di due documentari: Ritratti in controluce e di Ieri come oggi. Nel 2013 pubblica Amore ai tempi dello stage, Galassia Arte 2013, e due anni dopo, Papà mi presti i soldi che devo lavorare? Feltrinelli. Nel 2017 le sono stati riconosciuti alcuni premi per le sue inchieste. Tra questi: il “Premio Giornalistico Claudia Basso” con l’inchiesta Pfas, il “Premio Alessandra Bisceglia” per la comunicazione sociale e infine il “Premio Massimiliano Goattin” per la realizzazione di una video inchiesta sulle barriere architettoniche. Nel 2018 rientra tra i finalisti del “Premio Cesare Zavattini” per la realizzazione di progetti di riuso creativo del cinema d’archivio e del “Premio Luzzati” per cortometraggi. La Napoli di mio padre, è il suo primo cortometraggio a base di archivio.