LA PENSIONE? A SETTANT’ANNI I giovani dirigenti si devono interessare ai fondi integrativi

«Veniamo da anni molto difficili per la categoria. In termini percentuali, molto probabilmente, abbiamo pagato più di tutti, con un conseguente e inevitabile impoverimento delle competenze del Paese. Nonostante ciò, ci siamo difesi e ogni giorno cerchiamo di dare il massimo per tutelare i nostri associati, coinvolgendo in un’ottica lungimirante coloro che ancora non lo sono». Così Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager, intervenuto nella sala convegni di Borgo Rocca Sveva, a Soave, in occasione del workshop sul welfare organizzato da Federmanager Verona assieme a Federmanager Vicenza. Un’occasione importante per fare il punto delle situazione su alcuni temi chiave per il futuro di quadri, dirigenti, “professional” che stanno investendo molto anche sulla formazione per trovare un riposizionamento dopo aver perso magari il posto negli anni bui della nostra economia. Al convegno si sono alternati anche i direttori di quattro enti che sono parte integrante di Federmanager (Prenvindai, Fasi, Praesidium e Assidai), i quali hanno fatto il punto sullo scenario generale che riguardava i temi sopracitati, sulle criticità del momento e sulle soluzioni, o le opportunità, che potrebbero essere colte dai professionisti. Oliva Masini, direttore Previndai, ha sottolineato come i giovani dirigenti si debbano interessare al tema dei fondi pensione integrativi, poiché l’età pensionabile per i professionisti di oggi arriverà soltanto a settant’anni. Stefano Natali, direttore Praesidium, ha chiuso la tavola rotonda moderata da Roberto Covallero, presidente Commissione Lavoro & Welfare e capo delegazione CCNL Federmanager.