POP VENETE, PALLA ALLA BCE Intanto il Tribunale di Verona dà ragione a una cliente di BpVi

Per le due banche venete in attesa di salvataggio, Popolare Vicenza e Veneto banca, “la palla è nelle mani della Commissione europea. È chiaro che hanno chiesto una ricapitalizzazione precauzionale. Stiamo già scambiandoci informazioni con la commissione Ue e il piano include la possibilità di una fusione”. Lo ha detto la responsabile della Vigilanza Bce Danièle Nouy. “Dopo la ricapitalizzazione precauzionale e in questo contesto, c’è un piano che potrebbe essere discusso che potrebbe includere iniziative private”. Intanto per i soci che si erano ritenuti beffati dalla Popolare di Vicenza è arrivata una prima sentenza. Ed è una vittoria dell’associazione Adusbef e dei suoi legali del Triveneto. Il caso era quello di una cliente che aveva acquistato 660 azioni Bpvi nel 2010 al prezzo di 60,50 euro ciascuna. Le era stato riferito che le azioni erano un prodotto sicuro, privo di rischi e che la banca avrebbe prontamente riacquistato i titoli se la stessa avesse avuto necessità di venderle. Il Tribunale di Verona, già dopo il deposito delle prime tre memorie istruttorie  all’udienza del 29 settembre 2016, a fronte di una domanda di circa 38 mila euro di capitale, aveva ritenuto di proporre una soluzione conciliativa che prevede il pagamento, da parte di Bpvi, della somma di 45 mila euro.Bpvi aveva però deciso di non aderire a tale proposta. Con la sentenza depositata, il Tribunale di Verona ha accolte le domande della cliente, ritenendo che la BPVI non avesse adeguatamente informato la cliente della illiquidità delle azioni.