La Stella di pace che fa litigare Il caso della Stella di Natale sta diventando un buco nero: l’alternativa proposta dal Comune non piace a molti veronesi ed è criticata dalle opposizioni. Tommasi: “Tornerà al suo posto nel 2024”. Ma un’azienda era in grado di ripararla

Ma la nuova Stella divide i veronesi e la politica

La scelta dell’Amministrazione Tommasi scatena le opposizioni e a molti veronesi l’installazione laser da 140 mila euro non piace

Ma a voi piace la nuova Stella di luce proposta dal Comune in sostituzione, per quest’anno, della tradizionale Stella d’acciaio che da quasi 40 anni arriva puntuale in piazza Bra? A questa domanda, che rimbalza anche nel sondaggio sul sito Facebook della Cronaca di Verona, molti veronesi rispondono di no. Nonostante gli sforzi del Comune e le spiegazioni del sindaco Damiano Tommasi durante la conferenza stampa di ieri, il surrogato non si avvicina neppure minimamente all’originale. E scoppiano le polemiche sui tempi la riparazione dell’archscultura originale che ricordiamo, era in parte crollata all’interno dell’Arena durante la fase di smontaggio nel gennaio scorso.
Ora alcune parti vanno ricostruite, ha spiegato il sndaco, servono nuove certificazioni e i tempi non consentono di arrivare in tempo per l’installazione pre natalizia.
Da qui, la decisione di rivolgersi a un’azienda di installazioni luminose per mettere a punto una stella di luce che verrà posizionata in Bra quest’anno con una spesa di 140 mila euro e che dall’anno prossimo, quando tornerà al suo posto la Stella d’acciaio, potrà andare nei vari quartieri e davanti ai luoghi più significativi della città come, ha spiegato Tommasi, una vera stella cometa che porta il suo messaggio di luce. Ma c’è chi la giudica inadeguata per la Bra, chi la considera una installazione da parco divertimenti e chi la boccia drasticamente.
Il capogruppo della Lega Nicolò Zavarise attacca: “Rinunciare ad un simbolo del Natale veronese come la grande stella cometa in piazza Bra è andare contro le nostre tradizioni e l’immagine della città, ulteriore dimostrazione di una assoluta incapacità di gestione da parte di questa amministrazione, che anche su questo campo usa la cultura dell’alibi per nascondersi dietro alle proprie inadempienze. Adesso viene fuori che la stella è troppo danneggiata per essere riposizionata. Una scusa dietro l’altra che dimostra l’assoluto disinteresse e l’incapacità di questa giunta nel gestire le situazioni”.
Drastica la bocciatura anche da parte del deputato di FdI Marco Padovani, ex assessore comunale: “Peso el tacon del buso”

Padovani (FdI) e Zavarise (Lega) attaccano. Tommasi: “Nel 2024 torna al suo posto”

Il sindaco: “Va riparata, non ci sono i tempi per le certificazioni”. “Peso el tacon del buso”

Osserva Padovani: “Ancora una volta assistiamo a una debacle di questo sindaco. A causa dei numerosi ritardi, tratto distintivo della Giunta Tommasi, migliaia di veronesi dovranno rinunciare alla tradizionale Stella in piazza Bra. Ma non è finita qua. Al suo posto è stato deciso di posizionare una struttura luminosa del valore di 140.000 euro”.
Una scelta che non incontra molti consensi: “Mi chiedo se non era possibile evitare questo investimento e concentrarsi sul posizionamento della struttura metallica che da quasi 40 anni accompagna turisti e veronesi durante le Feste”.
Padovani si chiede poi se: “Questo stanziamento di fondi è stato fatto in breve tempo o era già programmato da tempo? Una progettazione del genere non si può imbastire in un mese, c’è bisogno di molto più tempo. Faremo le opportune verifiche in merito alla spesa. In ogni caso, come si dice a Verona, peso el tacon del buso”.
E il leghista Zavarise aggiunge: “Prima la Stella era sequestrata, poi era colpa della Soprintendenza, che ha velocemente smentito le accuse, poi si doveva lasciare spazio ai mercatini di Natale e adesso viene fuori che la Stella è troppo danneggiata per essere riposizionata. Una scusa dietro l’altra che dimostra l’assoluto disinteresse e l’incapacità di questa giunta, cosa che si riscontra tristemente nell’ordinaria amministrazione della città, dalla sicurezza, alla viabilità, al degrado urbano”.
Zavarise si chiede poi “se questi amministratori stiano brancolando nel buio o se abbiano invece l’intenzione di danneggiare la città. Ce lo domandiamo non solo per l’episodio della stella, ma anche per la decisa opposizione fatta ai mercatini di Natale, per l’eliminazione di un altro evento tradizionale come il falò della Befana, che ha sempre richiamato in Bra migliaia di persone”.
Ma il sindaco Tommasi ha ribadito che la Stella tornerà al suo posto. ““Il nostro obiettivo è che la Stella di Natale torni al suo posto l’anno prossimo quando sarà sistemata . Abbiamo colto questa scelta obbligata come opportunità, lavorando ad una soluzione alternativa per dare alla città un ulteriore simbolo augurandoci che questo manufatto possa essere per noi anche un modo per dare luce e per portare un pensiero e un significato ai luoghi della città che di anno in anno ci daranno emozioni. L’obiettivo è di arrivare a collocare la struttura durante la prima settimana di dicembre, come da tradizione; solo pochi giorni fa abbiamo avuto certezza dell’impossibilità di arrivare con la Stella prima di Natale, ci siamo subito messi all’opera e stiamo ultimando con la Soprintendenza i dettagli”.
Tommasi ha ricordato che “l’incidente di gennaio poteva essere una tragedia, pochi l’hanno sottolineato, e credo che sia responsabile e doveroso avere il massimo rispetto di chi ha la responsabilità di questa installazione. Non c’erano i tempi per avere una certificazione che garantisse tutti e credo che mettere proprio in quel luogo la nuova stella sia significativo dell’anno trascorso. Credo che in questo periodo storico un po’ di silenzio e riflessione ci farebbe guardare alla Stella con occhi diversi”.

“Ma noi potevamo sistemarla in tempo”

L’ingegner Fedrigo di Iron Beton: “Abbiamo proposto le soluzioni tecniche. Silenzio totale”

Ma si poteva sistemare la Stella in tempo utile per Natale? Secondo la ditta Irone Beton e il suo rappresentante, l’ingegnere Valentino Reuben Fedrigo sì, era possibile. E lo spiega in una lettera aperta nella quale illustra tutte le soluzioni tecniche possibili e l’impegno per la Stella che prevedeva
“un nuovo plinto rimuovibile in cemento armato” sui
gradoni e una raccolta fondi chiamata “30 Raggi per la Stella sull’Arena”.
L’azienda aveva presentato la propria offerta al Comune, ma tutto era rimasto in silenzio. “Di fronte all’incerto destino della Stella Cometa di Piazza Bra e dell’aspettativa dei visitatori di ogni età di poter vedere, anche quest’anno, l’iconico simbolo Natalizio cittadino, ci siamo sentiti in dovere di trovare una soluzione. E così, anche di fronte al silenzio che ha fatto seguito alla nostra offerta, a poco più di un mese dalle festività Natalizie, ci sentiamo in dovere di ribadire il nostro impegno”.
E aggiunge: “Abbiamo così proposto il 2 ottobre scorso all’attenzione del sindaco la disponibilità dell’azienda a partecipare concretamente alle operazioni di ristrutturazione della Stella. Di fronte a tale genuina offerta, le figure Istituzionali non si sono espresse mentre i media si sono interessati fin da subito. Iron Beton ha ritenuto ci fossero le condizioni di fattibilità, sia per la sistemazione della struttura portante che per il posizionamento della Stella stessa. Dopo una serie di contatti con la Fondazione, che ne detiene la proprietà, sono state avanzate da Iron Beton delle possibili soluzioni, non solo dirette a riavere in sede la Stella nel periodo natalizio, ma altresì a migliorare, velocizzare e rendere più economico il posizionamento della Cometa, in particolare intervenendo sul plinto (base di appoggio) che insiste sui gradoni dell’Arena”.
“Da oltre 30 anni, infatti, ci occupiamo prevalentemente di acciai per cementi armati ed antisismici, ed è così stato proposto un nuovo basamento in calcestruzzo armato, che possa assumere la forma voluta, garantendo il rispetto dei requisiti architettonici (estetici), ed ingegneristici (strutturale): questa soluzione potrebbe inoltre permettere una forma di economia di scala diretta, sia in fase costruttiva che nella fase dei vari s/montaggi futuri. Senza contare che tale soluzione non avrebbe minimamente inciso sull’opera stessa.La soluzione proposta prevedeva di recuperare la piastra-dima di appoggio del plinto vecchio (in appoggio sull’Arena), facendola però diventare una nuova superficie di appoggio, integralmente annegata nel nuovo plinto, costruito stavolta in cemento armato (scollegato dai gradoni). In questo modo, il peso totale dell’opera sul nuovo plinto sarebbe stato distribuito in maniera più omogenea ed uniforme. Con nostro profondo rammarico, a nulla sono valsi i tentativi e le proposte avanzate da Iron Beton, ed anche a seguito dello scambio di opinioni con i media e Fondazione, la politica a tutt’oggi non si è espressa. La Fondazione lamenta impedimenti economici e gestionali; dov’è il cronoprogramma dei lavori, quali sono gli interventi da compiere, quali cadenze devono essere messe in atto per non vedere definitivamente abbandonato il sogno storico di rivedere come ogni anno sull’Arena la Stella in Acciaio?
Non vogliamo una Stella monca, una Cometa priva del proprio arco, oppure un
banale fascio luminoso, che nulla condividono con la struttura sognata dall’architetto Olivieri e dall’artista Troisi”.