L’amarezza di Negrisolo. I ricordi dopo Samp-Verona Nel ‘72 giocava con i doriani. Poi indossò la maglia gialloblù

L’ultima vittoria gialloblù a Marassi contro la Sampdoria risale addirittura a cinquant’anni fa. Era il 30 dicembre 1972 e a regalare il successo alla squadra di Cadè fu una rete di Mazzanti. Nei blucerchiati c’era un giovane Piergiorgio Negrisolo che anni più tardi avrebbe indossato anche la casacca gialloblù. «Mi dispiace vedere le due squadre in queste condizioni – è il commento dell’illustre doppio ex – e mi piange il cuore pensare che anche solo una delle due possa finire in B». Difficile fare un pronostico per uno che ha giocato per entrambe. «Mi piacerebbe che vincesse la Samp ma vorrei che il Verona non perdesse» sono le sue parole.
Genova e Verona, con in mezzo la Roma, rappresentano le squadre più importanti della sua carrie-ra di calciatore. «A Genova mi legano ricordi bellissimi. Sono arrivato diciottenne e giocare in serie A così giovane fu per me come toccare il cielo con un dito. Conservo, tuttavia, dei bei ricordi anche di Verona, una città meravigliosa. Diciamo che se a Genova ero un ragazzo alla prima esperienza in serie A, passando per Roma sono arrivato a Verona che ero un uomo».
L’esperienza nella Capitale è stata probabilmente la più importante. «Roma – prosegue aprendo il libro dei suoi ricordi – ha rappresentato l’apice della mia carriera. Confesso che quando mi trasferi-rono provai un certo dispiacere. Non nascondo, però, che anche a Verona mi sono trovato molto bene. Se sarei rimasto dopo la retrocessione? Sicuramente si. Quella retrocessione fu frutto, a mio avviso, di scelte sbagliate in sede di mercato estivo. La squadra andava ringiovanita Bisognava fare meglio a centrocampo, dimostratosi con il passare delle giornate, l’anello più debole. Inoltre, si infortunarono Franzot e Trevisanello, quelli della vecchia guardia, e la situazione peggiorò sempre di più. In serie B, poi, la società fece, purtroppo, altre scelte».
Oltre ad aver assistito all’ultima vittoria gialloblù a Marassi, un’altra curiosa coincidenza riguarda le sfide tra Roma e Verona. «Vero, in maglia giallorossa segnai proprio contro il Verona. E una volta arrivato in gialloblù, feci l’esatto contrario contro la Roma. Un gol di testa, anticipando il mio amico Pierino Prati»
Appese le scarpe al chiodo, quando molti lo davano già su una panchina, Negrisolo ha sorpreso tut-ti, uscendo dal mondo del calcio e iniziando una carriera in quello della finanza, che dura ancora oggi. «Ero già un allenatore in campo e per molti amici e colleghi avrei dovuto diventarlo una volta smesso di giocare. Gli ultimi anni della mia carriera, coincisero però con alcune retrocessioni. Il calcio era nel mio sangue ma avevo perso un po’ di voglia. Così, l’avere un fratello in banca e la mia passione per gli investimenti mi spinsero a tentare la via della consulenza finanziaria. Era il 1984, proprio quando nasceva la legge sui Fondi Comuni di Investimento. Decisi di entrare in Fideuram. Mi sono tolto molte soddisfazioni anche qui. Tra poco, però, vado in pensione anch’io».

Enrico Brigi