L’autunno caldo ritarda le semine. Confagricoltura preoccupata per la siccità C’è inoltre il problema della carenza idrica che condiziona i consorzi di bonifica

Le temperature record autunnali faranno slittare le semine del frumento, che nel Veronese si effettuano di solito in questo periodo. La situazione climatica assolutamente anomala, con 25 gradi diurni, sta creando qualche problema sia alle colture autunnali come al radicchio, che necessitano di molta acqua, sia alle semine autunno-vernine. “Servirebbero dieci gradi in meno per seminare – sottolinea Mauro Mantovani, presidente del settore seminativi di Confagricoltura Verona -. L’anno scorso, in questo periodo, era già iniziato il freddo e quindi si stava già seminando frumento. Quest’anno, con questo clima, credo che dovremo aspettare una o due settimane ancora. Bisogna scendere almeno a temperature sotto i 15 gradi perché ci sia una semina più idonea a una coltivazione e una produzione adeguate. Il caldo, infatti, accelera il processo di germinazione e di crescita, con il rischio di arrivare in anticipo a una pianta troppo sviluppata nelle dimensioni, senza che a questo corrisponda un irrobustimento dell’apparato radicale. Particolare, questo, fondamentale affinché poi, in primavera, la pianta sviluppi nel modo corretto la vegetazione”.
C’è, inoltre, il problema della carenza idrica. Secondo i dati dell’Anbi, l’associazione dei Consorzi di bonifica, dall’inizio dell’anno è stato accumulato un deficit idrico di oltre il 30% rispetto alla media. Significa 350 millilitri di pioggia in meno, 35 centimetri sulle superfici, 3.500 metri cubi di acqua per ettaro di superficie. La particolare gravità del fenomeno è sottolineata dall’Arpav: nei primi 15 giorni di ottobre l’apporto delle precipitazioni ai principali bacini idrografici del Veneto è stato di un millimetro di pioggia. La media storica, dal 1991 al 2021, era di 112 centimetri. Anche i livelli delle falde sono ai minimi storici.
“ L’importante, però, è che la situazione di siccità non perduri per tutto l’inverno’’, conclude Mantovani.